Paziente colto da grave malore, manca il cardiochirurgo al Cardarelli. Muore aspettando l’elicottero da Chieti

Il presidente della Regione Donato Toma due giorni fa aveva annunciato in pompa magna la costruzione di due nuovi ospedali quando, però, ci sono problemi in quelli esistenti che andrebbero risolti con estrema urgenza. Nella giornata di ieri 24 ottobre un episodio increscioso. Un 70enne di Ferrazzano colto da malore è stato prelevato dalla sua abitazione dal sanitari del 118 e trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso del Cardarelli di Campobasso. Qui è iniziato il calvario. Il paziente è stato sottoposto a rapide analisi dal personale medico per stabilire la causa del malore. Purtroppo la diagnosi è risultata drammatica: dissecazione aortica, detta anche impropriamente aneurisma dissecante. Il nosocomio di contrada Tappino è dotato di numerosi reparti, come l’unità di cardiologia e di chirurgia vascolare, ma manca un cardiochirurgo per interventi di questo tipo. Come confermato anche dai direttori sanitari di Asrem e Cardarelli, Antonio Lucchetti e Filippo Vitale, sono state immediatamente avviate tutte le procedure per provare a salvare il paziente. L’ospedale ha contattato i “vicini” della Fondazione Giovanni Paolo II, struttura notoriamente specializzata, ma che funziona – secondo convenzione – su interventi programmati e aperta comunque a trattare i casi di urgenza fuori protocollo, salvo l’impossibilità del momento. Ieri, coi minuti contati per il paziente, non c’era disponibilità immediata dalla sala operatoria, ragione per cui il Cardarelli ha preso immediatamente contatto con l’ospedale di Chieti da cui è partito un elicottero per il prelievo del 70enne e il trasferimento in Abruzzo, ma a metà tragitto il personale a bordo è stato contattato dalla struttura per essere informato che il paziente era deceduto. Niente da dire sulle strutture e sui medici, che hanno fatto il possibile per un caso così delicato e difficile da gestire in pochissimo tempo, ma uno sguardo va ancora una volta all’organizzazione. Al Cardarelli non è presente un cardiochirurgo per interventi urgenti che, anche se sporadici, possono capitare anche da queste parti come altrove e la struttura ancora non si dota di un’eliambulanza nel caso in cui, in mancanza di personale o strumentazione idonei o specilizzati, bisogna procedere al trasferimento in altra struttura senza che da questa si perde ulteriore tempo a causa del doppio viaggio. E poi c’è la questione della riorganizzazione della rete di emegenza che era uno dei punti principali del piano di integrazione Cardarelli-Cattolica, attualmente congelato. Di certo, in mancanza di un commissario alla sanità, le cose restano ferme.

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