Operazione “Lungomare”, il servizio a ‘sportello’ e i messaggi in codice: “Michele non c’è, porto Nicola”

Nuovi dettagli dell'inchiesta antidroga dei Carabinieri

Le intercettazioni telefoniche raccolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Campobasso nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Lungomare”, che ha portato nella mattinata di ieri all’esecuzione di ventidue misure cautelari fra la provincia campobassana e quella foggiana, mostrano secondo gli investigatori la chiara presenza di un’associazione organizzata per l’attività di spaccio in regione, il cui canale di rifornimento è San Severo mentre in Molise (fra Campobasso e la costa) vi erano cellule di appoggio da cui prendere la droga da vendere sul mercato locale, consistenti principalmente in appartamenti presi in affitto dai pusher. Il linguaggio in codice viene interpretato dagli inquirenti, che riescono a ricollegare i termini utilizzati (nomi propri di persona e, qualche volta, descrizioni riferite ad attributi umani) alle rispettive tipologie di stupefacente. “Michele se n’è andato, solo Nicola sta con me“, si legge in una delle intercettazioni fra un pusher e un potenziale acquirente: Michele, che sta per la cocaina, è finita, è rimasto solo Nicola, che è l’eroina. E se qualcuno ha dei lapsus o non conosce il linguaggio, ecco che si passa alla descrizione: “Ma quello Nicola chi è, quello brutto, scuro, o quello bello?” “Quello brutto“.


Quando uno dei pusher ha terminato il carico di uno degli stupefacenti, scatta la richiesta di incontro con un altro spacciatore: “Se n’è iuto Michele?” (se n’è andato Michele) “Mo’ vedo se posso scappa’ mo’, eh. Ciao“. E poi la verifica. “Ma Nicola sta con te? Solo Michele se n’è iuto?“.

Gli inquirenti hanno ricostruito almeno 50 trasporti di stupefacente finalizzati alla fornitura delle basi di spaccio molisane e circa 1400 condotte di cessioni di droga in cinque mesi.

Il servizio veloce: il buco nel muro.

Per un periodo delle indagini, a Campomarino, è stato rilevato dagli inquirenti che era stato diposto un servizio “veloce” in quanto l’attività sarabbe stata così carica di richieste da renderla H24 e quindi prolungarla alla notte. In particolare, tramite un buco nel muro in una delle abitazioni in affitto, veniva garantito il passaggio dei soldi e delle dosi, senza creare il via vai in casa. In questo modo c’era sempre qualcuno pronto a preparare le dosi richieste dall’acquirente di turno e cederle attraverso la fessura, mantenendo anche una sorta di profilo di riservatezza.

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