Nella mattinata di ieri personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino libico, L.R.G.M. di 32 anni, perché resosi responsabile di rapina ai danni del proprietario di un noto “caffè” sito in Piazza Gabriele Pepe, a Campobasso. Il titolare del caffè dopo aver chiuso la sua attività (aperta tutta la nottata fino alle prime ore dell’alba), insieme alla dipendente sono stati raggiunti da un cittadino di colore alto circa un metro e 85, corporatura robusta e capelli lunghi, che lo ha aggredito prendendolo al collo e richiedendogli la consegna del contante. Alla sua risposta negativa l’aggressore gli ha sferrato un pugno all’occhio destro ed approfittando del suo stato di debolezza e confusione gli ha strappato la borsa contenente il computer marca “apple”, del valore di 2mila euro che portava alla spalla, dandosi alla fuga. Il malcapitato lo ha inseguito e la sua dipendente ha richiesto l’intervento della polizia. La Squadra Volante, grazie alla descrizione fornita, ha rintracciato immediatamente l’extra comunitario nei pressi di Via Sant’Antonio Abate con addosso la borsa che poco prima aveva rapinato. A seguito dell’aggressione la vittima è stata visitata da personale del 118 ed i sanitari gli hanno diagnosticato le lesioni subite. Inoltre è stata effettuata individuazione fotografica da parte del denunciante il quale ha riconosciuto senza ombra di dubbio nell’extra comunitario la persona che lo aveva rapinato e nella stessa circostanza gli sono stati restituiti gli oggetti recuperati dalla Squadra Volante. Il malvivente mentre era sottoposto a rilievi fotodattiloscopici da parte del Gabinetto di Polizia Scientifica si è alzato improvvisamente dalla sedia, andando in escandescenza, inveendo contro gli operatori e d’impulso ha preso le spillette della spillatrice, ingerendole. Prontamente gli operatori sono intervenuti per impedire il peggio e nella circostanza l’uomo ha danneggiato anche le suppellettili della Polizia Scientifica. E’ stato richiesto l’intervento del 118 che ha accompagnato l’extracomunitario presso l’Ospedale Cardarelli ove i sanitari gli hanno praticato la somministrazione di “calmanti”.