Dovranno scegliere se restare “a secco” per quattro mesi o rischiare il licenziamento i 262 lavoratori della ex Gam che questa mattina si sono ritrovati davanti al Consiglio regionale insieme ai sindacati per capire la migliore via di uscita o, se vogliamo, il minor male. L’esito della riunione di ieri sera a Palazzo Vitale ha messo sul tavolo una drammatica realtà: secondo il curatore fallimentare della Solagrital, Donato Tacchilei, e l’amministratore della Gam Giulio Berchicci non ci sarebbero le garanzie necessarie sui fondi per un altro anno di cassa integrazione. I lavoratori si trovano di fronte ad una scelta: firmare una liberatoria per poter usufruire di un periodo di aspettativa non retribuito a partire dal 5 novembre, della durata di non oltre 120 giorni, per restare attaccati a questa situazione, oppure rischiare di finire in Solagrital e venire licenziati. “Nonostante i segnali di ampia disponibilità dati a partire dal mese di febbraio 2018 dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello del Lavoro per ottenere un ulteriore anno di CIGS, posto che la Regione Molise ha allocato le risorse economiche necessarie per finanziare quanto di propria competenza e, cosa dirimente, l’autorità di vigilanza ministeriale ha dato parere positivo per il fitto di ramo di azienda, a tutt’oggi permangono problemi gravi e per alcuni versi incomprensibili inerenti il fitto di ramo di azienda, elemento imprescindibile per la concessione della cassa integrazione”, commentano i sindacati. “Al fine di evitare l’ennesimo fallimento dell’unica realtà economica e produttiva potenzialmente oggetto di rilancio produttivo ci si chiede chi si assumerà questa grande responsabilità ? A chi giova creare ulteriore disagio alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie proiettate nel baratro della precarietà e ai limiti della sopravvivenza quotidiana? La retrocessione dei lavoratori da GAM a Solagrital sancirebbe, oltre alla fine del rilancio della filiera avicola molisana, anche l’ennesimo dramma sociale dovuto al licenziamento definitivo dei dipendenti che resterebbero senza alcuna copertura sociale. E’ del tutto evidente a ciascuna delle parti in causa che l’eventuale definizione negativa di tale vertenza comporterebbe inevitabilmente ripercussioni anche sull’effettiva azione di rilancio dell’area di crisi complessa che, come noto, si basa anche e soprattutto sulla filiera avicola. La chiusura definitiva del vertenza GAM comprometterebbe la richiesta di finanziamento di nuovi strumenti di ammortizzatori in deroga per tutti i lavoratori ricadenti nel bacino della stessa area di crisi complessa che potrebbe interessare circa 10.000 lavoratori tra diretti e indotto”. Domani 15 novembre l’incontro per l’esame congiunto della cassa integrazione che si terrà presso il Ministero del Lavoro. Intanto il governatore Donato Toma ha fatto sapere che la Regione chiederà nuovi fondi per la copertura della cigs.
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