Precipita da 7 metri da un’impalcatura e muore, a giudizio i responsabili del cantiere

Era il 26 giugno 2012 quando Antonio Splendido, muratore originario di San Severo, durante le operazioni di disarmo del sottotetto di un fabbricato per alloggi popolari sito a Termoli in Contrada Macchiuzzo, cadeva rovinosamente al suolo da un’altezza di circa sette metri restando privo di vita. Una morte bianca evitabile, secondo gli inquirenti, un incidente sul lavoro dovuto al mancato rispetto delle più elementari norme di prevenzione. Omicidio colposo per violazione delle condizioni minime di sicurezza ai fini dell’effettuazione dei lavori in quota è il reato contestato dalla Procura della Repubblica di Larino a Nicola Lembo, nella qualità di responsabile del procedimento nominato dall’Ente committente IACP della Provincia di Campobasso, ed Antonio Procino, coordinatore per la sicurezza sul cantiere in fase di esecuzione. I due, prosciolti in un primo momento, il 12 novembre sono stati rinviati a giudizio dal Giudice dell’Udienza Preliminare di Larino, Federico Scioli, a seguito dell’annullamento con rinvio della Suprema Corte di Cassazione. Gli imputati saranno giudicati dal Tribunale Monocratico di Larino all’udienza del 28 marzo 2019. A renderlo noto sono avvocati Matteo Antonio Starace, Giovanni Maria Giaquinto, Fabio Debellis e Michele Minischetti, che si sono costituiti parte civile per conto della famiglia del muratore. Intanto è in atto la fase dibattimentale per il titolare dell’impresa affidataria dei lavori e responsabile della sicurezza e per il titolare dell’impresa subappaltatrice e titolare di lavoro della omonima vittima. I legali non si sono arresi dinanzi al primo scoglio, continuando a sostenere strenuamente le ragioni delle persone offese ed evidenziando il consolidato orientamento in tema di “posizioni di garanzia dell’altrui incolumità”.

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