La comunità di Guardialfiera ha accolto i volontari dell’associazione “Giuseppe Tedeschi” e del Comitato Molise Pro-Venezuela con un affetto e una rara sensibilità umanitaria. Poco meno di cento persone hanno gremito la “Sala Conedera” prestando ascolto alle preoccupanti testimonianze di Felice Battista, Leonardo Colavita e Tony Pietracatella, rientrati recentemente nei propri paesi di origine a Casalciprano, Sant’Elia a Pianisi e Monacilioni, a causa del clima di violenza, insicurezza e pericoli di ogni genere che mettono a repentaglio la stabilità, i diritti essenziali e molto spesso anche la stessa vita delle persone. In 12 mesi sono stati assassinati, nel silenzio glaciale delle istituzioni nazionali e locali, quattro molisani, e molti degli oltre 30mila oriundi attraversano disagi inenarrabili, sofferenze di ogni tipo e stentano a procurarsi il necessario per vivere e per curarsi. Dopo i saluti della portavoce comunale del Comitato Molise Pro-Venezuela, Dilcia Daniela Cirella, anatomopatologo di Barquisimeto-Acariqua, il sindaco Enzo Tozzi si è impegnato a sostenere per la propria parte il rientro a Guardialfiera di altre persone oltre alle famiglie già tornate, ed il parroco Don Antonio Antenucci ha assicurato l’accoglienza solidale della comunità parrocchiale. Diversi i cittadini intervenuti, tra i quali si segnala quello della docente Annamaria Manocchio rientrata agli inizi del 2000 dal Venezuela ed insegnante di spagnolo nei licei linguistici di Casacalenda e di Campobasso, che ha offerto la propria consulenza gratuita nella traduzione ufficiale dei documenti burocratici per chi rientra. Si sono susseguite proposte, attestazioni di vicinanza e disponibilità di varie associazioni locali, insegnanti e cittadini nel sostenere il Comitato Molise Pro-Venezuela al fine di emulare le iniziative umanitarie avviate dalla Caritas Diocesana di Trivento sull’adozione di nonni poveri, o quelle della spedizione di medicinali o più semplicemente facendo una ricognizione sugli alloggi disponibili o su altre modalità di accoglienza, inclusione e integrazione dei bambini, anziani e famiglie tornate o in via di rientro anche nei paesi vicini. Michele Petraroia, soffermandosi sul rischio di guerra civile in Venezuela, ha auspicato una transizione democratica sostenuta dall’ONU che eviti un bagno di sangue della popolazione venezuelana e non accentui ulteriormente l’emergenza umanitaria che assilla milioni di civili inermi. Proseguendo, il presidente del Comitato ha espresso apprezzamento per la sensibilità della comunità di Guardialfiera auspicando il consolidamento di una rete umanitaria regionale e nazionale capace di moltiplicare in positivo le diverse azioni di aiuto avviate. Se ci si unisce, ha concluso Michele Petraroia, si potrà offrire alle persone che soffrono in Venezuela l’opportunità di tornare nella terra di origine delle loro famiglie. Tutto ciò non è semplice, stante gli impedimenti burocratici, inerenti il mancato riconoscimento automatico dei titoli di studio, delle competenze professionali, o della patente di guida oltre alle oggettive difficoltà a reperire alloggi, disbrigare in tempi stretti le pratiche per la cittadinanza italiana e per far inserire i ragazzi nel sistema scolastico italiano. Quello che deve mobilitare le coscienze di ciascun molisano è la consapevolezza che non si può rimanere indifferenti rispetto alla tragedia umanitaria e alle emergenze che assillano la popolazione venezuelana.
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