Lo scorso 2 febbraio, a Jelsi, si è tenuto l’incontro “SOCCORRERE, ACCOGLIERE, INCLUDERE ED INTEGRARE. METTIAMO IN PRATICA GLI INSEGNAMENTI DI GIUSEPPE TEDESCHI!” per commemorare il 43esimo anniversario dell’assassinio di Padre Giuseppe Tedeschi, morto in Argentina nel 1976. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Andrea, associazione “Giuseppe Tedeschi”, Cooperativa Sociale Hayet, Pax Christi Molise, CGIL Molise, Libera e ANPI, ha visto la partecipazione di quanti hanno voluto ribadire la vocazione all’accoglienza, alla solidarietà e all’inclusione della nostra regione. Il Molise, da sempre terra di emigrazione, da diversi anni è diventato porto sicuro per quanti fuggono da guerre, violenza, fame, discriminazione, miseria. E come Josè Tedeschi, che nella favela di Villa Itatì, a Quilmes, accoglieva profughi e rifugiati, aiutava i poveri ed educava i ragazzi, insegnava loro un mestiere e lottava con i diseredati affinché fosse loro riconosciuta la dignità di esseri umani, allo stesso modo in Molise sono tante le persone e le associazioni che da sempre si occupano di quanti hanno bisogno, siano immigrati come Amadou e Moussa che arrivati dalla Guinea e dal Senegal sono diventati soci della cooperativa Hayet e si dedicano all’agricoltura, o come i tanti italo-venezuelani rientrati in Italia a causa della gravissima crisi del paese sudamericano e che sono stati accolti in tante comunità molisane. Insieme con Michele Petraroia, IRES Basilicata, il parroco Don Peppino Cardegna, Loreto Tizzani, presidente dell’ANPI Molise, Anna Spina della CGIL Molise, Franco Sorrentino, in rappresentanza di Libera contro le Mafie Molise, Lidia De Sanctis neo presidente dell’associazione “Giuseppe Tedeschi”, Michele Fratino della Rete della Cultura Popolare Italiana, Daniele Martino, vice sindaco del Comune di Jelsi, Antonio Valiante, assessore del Comune di Jelsi, e lo storico Antonio Majorano hanno ribadito la necessità di combattere ogni forma di razzismo, xenofobia, violenza, persecuzione, discriminazione, negazione della libertà, oppressione e sfruttamento. Chiara D’Amico ha illustrato i progetti e le iniziative della cooperativa Hayet che ha tra i propri soci ragazzi immigrati e disoccupati di lungo corso che oggi lavorano fianco a fianco e che attraverso laboratori artigianali e produzioni agricole stanno dimostrando che accoglienza, solidarietà, inclusione e integrazione sono possibili. Felice Battista e Yenny Alejandra Moran Muñoz del Comitato Molise Pro Venezuela hanno spiegato alle persone presenti la reale situazione e le difficoltà che vive oggi il loro Paese e le motivazioni che li hanno portati a scappare per cercare un futuro migliore nel Molise, patria dei loro avi. Seguendo gli insegnamenti e l’esempio di José Tedeschi si è cercato di ribadire che il solo modo per tenere viva la speranza per chi crede e lotta per un mondo più giusto è quello di restare umani.