In occasione del Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, a
seguito della sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Il Giorno del Ricordo tra i suoi tanti significati singoli e collettivi ha anche quello importantissimo di “riattaccare una pagina strappata nel libro della nostra storia”, come ha opportunamente avuto modo di affermare il Presidente Mattarella. Una pagina di sofferenze, di
umiliazioni, di odio, di razzismo, di viltà e di disonore. Ad essere, infatti, infoibati per nasconderli al mondo e per consegnarli all’oblio della storia che non si racconta, non furono solo le migliaia di italiani e jugoslavi vittime, tra il ’43 e il ’45, delle scorribande, delle stragi,
delle esecuzioni sommarie, dei soprusi e delle volgarità dei cosiddetti partigiani titini, ma furono idealmente tutte le donne e gli uomini innocenti di ogni nazione, di ieri e di oggi, vittime
inconsapevoli e involontarie dell’odio feroce che l’essere umano, raccolto in branco e nascosto dietro inverosimili e trasparenti paraventi di lotta politica, è capace di provare e attuare nei
confronti dei propri simili. Per anni ad essere infoibata e quindi nascosta è stata la verità storica per opera dell’ostinazione di taluni ambienti a negare fatti e circostanze. Ad essere
infoibata, e quindi occultata per lunghi decenni, è stata la giustizia a causa del tentativo vile di alcuni di negare anche il ricordo di quelle vite spezzate, del loro travaglio, se non addirittura della loro reale esistenza. Ad essere infoibata, e quindi grossolanamente dissimulata, è stata per molti lustri la triste vicenda umana di oltre trecentomila italiani (donne, bambini, anziani, uomini feriti, persone che avevano perso veramente tutto) che dovettero lasciare su minaccia
dei titini le proprie case nelle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia per essere spediti come profughi in varie zone d’Italia ricevendo lì, in molte
occasioni, accoglienze non certo calorose, con nuove umiliazioni e altre discriminazioni di ingiustificato e inaccettabile sapore politico. Tutto questo, e tanto altro ancora, noi, orgogliosi discendenti di quei sfortunati italiani di ieri, in questo giorno, rileggiamo con rinnovata libertà intellettuale, solidarietà nazionale, sano e realistico convincimento politico, le righe di quella
triste pagina nuovamente rilegata, nel grande libro della storia italiana, con il filo della verità, dell’obbiettività e della giustizia. E’ di questi giorni l’accertamento dell’ennesime vittima delle foibe del Molise. A Giovanni
Iafelice, originario di Oratino, recentemente riconosciuto infoibato dalla Commissione speciale
insediata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e a tutti coloro i quali sono stati vittime dirette o indirette di quegli orrendi accadimenti dell’Istria negli anni quaranta del XX
secolo, vanno il rispetto e la solidarietà di tutto il Consiglio Regionale che mio tramite ribadisce coralmente, senza distinzioni politiche o partitiche, l’impegno ad avere memoria di tutta la
nostra storia al fine di trarne insegnamenti utili per consentire di dare il proprio contributo istituzionale, culturale e sociale alla costruzione di un futuro che rigetti ogni forma di odio,
contrasti ogni tentativo di sopruso e combatta ogni forma di persecuzione politica.