Riduce in fin di vita bimba di due anni, il 25enne: “Ho avuto un raptus, non smetteva di piangere”. Resta grave la piccola

Ore 9.45. “E’ stato un momento di pazzia, non volevo farlo. Lei non smetteva di piangere”. Sarebbero le prime parole pronunciate dal 25enne originario di Vinchiaturo Federico Zeoli agli agenti del Commissariato di Genzano al momento dell’arresto di ieri dopo le percosse inflitte alla figlia di 22 mesi di una 23enne con cui il giovane conviveva. Il molisano, attualmente recluso presso il carcere di Velletri a diposizione dell’Autorità Giudiziaria e in attesa di essere interrogato dal giudice in presenza di un legale, è indagato per tentato omicidio e maltrattamenti su minore. Sara, la compagna, una ragazza del posto decisa a rilanciarsi dopo una passata storia d’amore finita male, pare si fosse momentaneamente allontanata da casa per recarsi in farmacia ad acquistare medicinali per il padre, lasciando Zeoli da solo con le figlie di lei, avute dalla precedente relazione. Il 25enne, probabilmente non riuscendo a placare il pianto di una delle gemelline di quasi due anni, ha riversato tutta la sua rabbia sulla piccola, picchiandola brutalmente e riducendola in fin di vita. Al rientro a casa la madre si è trovata di fronte ad una scena terribile, con la figlia ricoperta di lividi e non cosciente. “Sta male, è svenuta”. Avrebbe inizialmente detto il 25enne. Ma a Sara forse era già tutto chiaro. Sono seguiti urla, pianti e la corsa in ospedale. La bambina, che presentava ferite ed ecchimosi e persino morsi sul corpo, è stata ricoverata in codice rosso e si trova attualmente nel reparto di Rianimazione del Bambino Gesù di Roma in prognosi riservata. Sembra che abbia dovuto subire una delicata operazione per via di un ematoma cerebrale. Federico Zeoli da mesi pare si fosse trasferito da Vinchiaturo a Genzano, comune dei Castelli Romani a circa 25 chilomentri dalla Capitale dove viva la sorella, sposata, forse spinto dal desiderio di cercare lavoro. Qui avrebbe conosciuto Sara, i due si sono innamorati e da due mesi convivevano. Un amore così forte al punto che, secondo quanto lei avrebbe riferito, si sarebbero dovuti sposare in primavera, nonostante il disagio di essere entrambi disoccupati con quattro figli da sfamare. Legata a questo nuovo compagno che aveva scelto di stare con lei, madre ad un’età molto giovane in cui oggi è sempre più difficile e raro esserlo, Sara dice di non volerlo abbandonare neanche dopo l’arresto. “E’ giusto che sia in carcere ma lui è la mia vita”, avrebbe affermato. Il molisano era molto conosciuto nel paese di origine, dove per anni ha vissuto in una contrada di Vinchiaturo con la famiglia. Tornava spesso all’inizio, dopo essersi trasferito nel Lazio, ma ultimamente pare si facesse vedere solo in qualche weekend. Nel recente passato avrebbe ricoperto una mansione da boscaiolo e ricevuto una borsa lavoro. Qualche grana con la Legge per fatti risalenti a quando era più giovane e precedenti di polizia per stalking. Sull’episodio e su eventuali fatti precedenti indagano gli agenti del Commisariato di Genzano, coordinati dalla Procura di Velletri.

La compagna: “E’ malato. Non lo abbandono”. “Lui è la mia vita, è giusto che sia in carcere, ma io comunque non lo abbandono”. Sarebbero le parole di Sara, mamma della bimba di due anni ridotta il fin di vita dal patrigno, come riportato da Il Messaggero. “Sua madre mi ha spiegato che è malato, ha una specie di schizofrenia. Io lo amo, ma non so se riesco a perdonarlo. Lo so cosa penseranno tutti di me, che sono una madre disgraziata, ma lui è la mia vita. E’ giusto che sia in carcere, ma devono aiutarlo perché lui non vuole prendere le medicine. Io comunque non lo abbandono. Si arrabbia spesso, sbotta, poi si pente ma io non mi arrabbio, lo lascio sfogare. Non ha mai alzato le mani su di noi, a parte qualche sculacciata o rimprovero. Ci tiene all’educazione ma io ho sempre permesso alle bambine di fare come vogliono, insomma ogni tanto fanno cadere qualcosa quando rovistano nei cassetti e lui si arrabbia. Ci amiamo, con le bambine eravamo felici, dormiamo tutti in una stanza e ci vediamo la televisione sul lettone”, ha raccontato ancora. Ieri, dopo aver picchiato la bimba, Federico avrebbe telefonato alla fidanzata provando a giustificarsi: “La piccola sta male, si è svegliata ed è svenuta”. Così avrebbe provato a dire ai medici anche la madre, ma i lividi raccontavano un’altra storia.


La casa dove è avventa la tragedia (Foto Sciurba)

Ore 15.30. Migliorano le condizioni della bambina. La bambina di 22 mesi di Genzano sta meglio, è in lento miglioramento. A comunicarlo sono i medici dell’ospedale Bambino Gesù dove è ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione. “I parametri cardio-respiratori sono stabili. La bambina è stata estubata, è cosciente e ha ripreso l’attività respiratoria spontanea. La prognosi rimane riservata”, fanno sapere i medici.

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