Il 17 febbraio 1600 a Campo de’ Fiori a Roma, dopo un processo per eresia durato circa otto anni fu arso vivo il filosofo Giordano Bruno. Nato a Nola nel 1548 a 17 anni entrò nel convento di S. Domenico Maggiore a Napoli. Accusato di eresia nel 1576 fuggì a Roma e da qui iniziò il suo pellegrinaggio in giro per l’Europa: prima a Ginevra, poi a Tolosa, Parigi e in Inghilterra dove insegnò ad Oxford. Recatosi a Venezia fu denunciato come eretico e nel 1592 fu arrestato dall’Inquisizione e processato. Successivamente fu trasferito a Roma dove venne di nuovo processato con l’accusa di avere idee contrarie alla fede. Il pensiero di Giordano Bruno fu influenzato molto dalla teoria eliocentrica di Copernico che poneva il sole al centro del sistema planetario. Il filosofo Bruno sosteneva che Dio e l’Universo erano due nomi per un’unica realtà, considerata sia come attività creatrice che come varietà di cose create e realizzate. Pertanto Dio è visibile ovunque e compito della religione e proprio quello di insegnare e riconoscere Dio in ogni cosa. Davanti ai suoi accusatori Giordano Bruno rifiutò di ritrattare le proprie idee, affrontando con serenità la dura condanna. Per il suo coraggio è diventato uno dei simboli della libertà di pensiero. GiuPrio
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