Erano finiti a processo con l’accusa di rapina ai danni del kebabaro di via Marconi, a Campobasso, e successivamente condannati in primo grado con derubricazione del reato a violenza privata (per due soggetti) e violazione di domicilio (un 30enne campobassano), mentre un quarto imputato era deceduto. La Corte d’Appello di Campobasso ha riformato la sentenza del collegio penale, assolvendo il 30enne perché il fatto non sussiste. Il verdetto fa riferimento ad un episodio risalente al 2011, quando – secondo le contestazioni della Procura – quattro persone avrebbero fatto irruzione all’interno del kebabaro durante l’orario di chiusura al pubblico, con la saracinesca semi aperta. Il gruppo, minacciando il titolare con oggetti contundenti, avrebbe asportato alcune bevande presenti nel locale e una somma di circa 2mila euro dalla cassa. Denunciati e identificati dai Carabinieri i presunti rapinatori, si è aperto un procedimento penale durante il quale sarebbero cadute le accuse sia di rapina che di furto. Due sono stati condannati per violenza privata a quattro mesi di reclusione, un terzo – 30enne campobassano – per violazione di domicilio a un anno di reclusione. Sentenza, quest’ultima, ribaltata in Appello. La difesa, curata dall’avvocato Maria Assunta Baranello, si è avvalsa di una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite secondo la quale tale reato non si estende alle attività commerciali.
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