Il 28 febbraio si svolgerà una grande cerimonia per ricordare una figura molisana emigrata in Uruguay, che ha dato un fortissimo contributo alla lotta dei lavoratori in quel Paese ed è stato esempio per le organizzazioni di tutto il Mondo. Si tratta di Rosario Pietraroia, scomparso nel 1997 dopo decenni di impegno col sindacato, persecuzioni – subendo anche la tortura in carcere -, e importanti risultati. Giovanni Antonio Pietraroia lasciò Cercepiccola nel 1906 e qualche anno più tardi nel 1912 nacque a Montevideo nella sua nuova Patria, il figlio Rosario. Chi è questa figura per cui si mobilitò il Mondo tra il 1976 ed il 1984? Rosario Pietraroia iniziò a lavorare nel 1930 prima come fabbro e poi come tornitore in aziende metallurgiche dell’Uruguay. Si avvicinò al sindacato e nel volgere di qualche anno ne diventò uno dei leader indiscussi. Protagonista dell’unità sindacale tra le varie formazioni del settore metallurgico guidò i lavoratori nelle battaglie che portarono all’approvazione di leggi fondamentali nel 1943 che introdussero l’assicurazione sanitaria annuale, il diritto alle case popolari, l’indennità di disoccupazione, gli assegni familiari e che tutelavano gli operai da licenziamenti ingiustificati. Fu chiamato a dirigere il sindacato nazionale di settore mobilitando i lavoratori uruguayani in difesa della Pace già dal 1950. Il suo ruolo lo portò prima ad essere in Parlamento col Partito Comunista nel 1956 e col Fronte di Sinistra nel 1969 e poi ad entrare tra i riferimenti della Federazione Sindacale Mondiale. Nel 1970 intuì il rischio di un colpo di Stato in Uruguay ed attrezzò per tempo il sindacato a resistere in clandestinità durante la dittatura fascista, ma per la sua attività venne arrestato il 19 gennaio 1976. Subì torture disumane e rimase in prigione fino al 1984 nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute che lo resero totalmente cieco. Durante quel periodo venne eletto Presidente onorario dell’International Union of Metal, ovvero Presidente dei lavoratori metalmeccanici di tutto il Mondo. Per la sua liberazione si mobilitarono oltre ai sindacati anche le principali organizzazioni umanitarie internazionali ed anche in Molise come testimonia l’allora Segretario Generale CGIL Mauro Paci si tennero manifestazioni ed iniziative per farlo liberare. Gli eventi più importanti della sua vicenda sono state inserite a perenne memoria nel Museo Nazionale di Montevideo e ricordate nel Museo de los detenidos – desaparecidos. All’uscita dal carcere riprese il suo impegno che condusse fino all’ultimo giorno della sua vita il 26 maggio 1997 in difesa dei lavoratori e della libertà. A Rosario Pietraroia è intitolata la sede nazionale dei lavoratori metallurgici dell’Uruguay a Montevideo ed uno dei suoi collaboratori Marcelo Abdala è oggi il Segretario Generale della PIT-CNT l’equivalente della CGIL. In Molise ad eccezione degli anni di mobilitazione internazionale per la sua liberazione non ci sono state occasioni per conoscere l’opera di una figura di tale rilievo storico assunto ad emblema a livello mondiale. Per questa ragione l’ANPI ha ritenuto opportuno promuovere la manifestazione in suo ricordo che si terrà a Montevideo nella sede sindacale che porta il suo nome, giovedì 28 febbraio, per far sì che alla presenza del Segretario Generale Marcelo Abdala, di tutte le Federazioni Sindacali di settore, dopo aver letto il messaggio in italiano e spagnolo che Maurizio Landini scriverà per ricordare questo emigrante molisano, si scoprirà una targa della CGIL e dell’ANPI in sua memoria. Dopo la lettura del messaggio di Padre Peppino Palumbo missionario di Frosolone in Uruguay e trasferitosi il 18 febbraio ad Asuncion in Paraguay prenderanno la parola Renato Palermo dell’INCA-CGIL Uruguay, la molisana Filomena Narducci Direttore dell’INAS-CISL Uruguay ed il figlio di Rosario che porta lo stesso nome del nonno Giovanni partito nel 1906 da Cercepiccola.
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