“I giovani nella Chiesa” è stato il tema al centro dell’Assemblea diocesana che si è tenuta nell’Auditorium della Parrocchia Santa Maria degli Angeli di Termoli. Come evidenziato dal vescovo di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, si è trattato del secondo momento di incontro e riflessione promosso nel corso dell’anno pastorale 2018/2019 che ha come tema “Il disegno del Padre è Cristo, è noi in lui” (Gaudete et Exultate 21) . Dopo il contributo del padre gesuita, Carlo Casalone, dedicato al discernimento, in questa occasione il biblista, don Giuseppe De Virgilio, ha approfondito l’esperienza del Sinodo dei vescovi sui “Giovani, la fede e il discernimento vocazionale” in cui ha partecipato come “esperto”.
Sono seguite le testimonianze di mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva accompagnato da Francesco, un giovane della sua diocesi, dedicate alla recente esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama. Contributi che integrano e alimentano il cammino che la Diocesi di Termoli-Larino sta portando avanti insieme ai giovani programmando anche degli incontri operativi sul documento finale del Sinodo con l’obiettivo di tracciare le piste della Chiesa che verrà e in cui i giovani sono chiamati ad essere protagonisti nella “memoria viva di Gesù”. Nella sua relazione, disponibile in un video integrale sul canale Youtube della Diocesi, don Giuseppe De Virgilio si è soffermato prima sul tema della vocazione per poi offrire alcuni spunti di riflessione sull’esperienza diretta del Sinodo. Un invito ad “allargare la prospettiva della vocazione non solo come una singola decisione ma come elemento costitutivo dell’essere credente e battezzato all’interno di una comunità che accompagna i giovani stessi”. Aiutarli, quindi, “a lavorare su se stessi e, insieme ai loro compagni, a capire cosa vuol dire prendere in mano la propria vita e dare risposte per assumere scelte fondamentali pensando anche al futuro di una comunità e del contesto di fatiche e difficoltà di un territorio in cui occorrono luoghi opportuni per aiutare ragazzi riflettere senso della loro vita”.
Don Giuseppe ha definito il Sinodo “un’esperienza veramente giovane, con gli stessi padri sinodali rimasti colpiti dalla presenza fortissima e vivificante dei giovani” ribadendo, in sostanza, la necessità di “saper riconoscere, interpretare la storia e la vita di ogni singolo giovane, la loro unicità, e di scegliere con loro degli interventi per il futuro della Chiesa con i giovani che evangelizzano gli stessi giovani e parlano di un Gesù che vive l’avventura del mondo giovanile”. “La presenza di un vescovo, di un prete, di una suora – ha osservato ancora De Virgilio – non si sostituisce a quella di un padre o di una padre ma diventa una parte integrante del cammino di un giovane, ascoltando, ad esempio, le loro delusioni e altre esperienze spiegando come la Parola vera e viva possa aiutare a riprendere il cammino quando ci si sente smarriti o confusi sapendo sempre che c’è chi è pronto ad accoglierti e si prende cura di te. Lasciare – ha concluso il sacerdote – che la Parola parli al cuore delle persone in piena libertà e Gesù possa sempre rimanere con loro”. Significativa la testimonianza del Vescovo di Sulmona-Valva e del giovane Francesco dedicata alla Giornata Mondiale della Gioventù di Panama cui hanno partecipato tre vescovi e circa sessanta giovani dell’Abruzzo e del Molise. Mons. Michele Fusco l’ha definita “un’esperienza forte, umana, di amicizia e di fede autentica in un contesto di festa, gioia e speranza per il mondo intero. Siamo stati accolti da un popolo caloroso e Papa Francesco ha indicato un percorso comune, quello di non aver paura e di mettere in moto tutte le energie rinnovatrici per essere testimoni di Cristo e del Vangelo risvegliando la continua novità del suo messaggio e la giovinezza della Chiesa. Il vostro sì – ha concluso il vescovo di Sulmona-Valva riferendosi all’intervento del Papa – vi donerà lo Spirito Santo come una nuova Pentecoste”. Contenuti forti, provocazioni intense e una risposta “straordinaria” da parte di tanti giovani, come Francesco, che hanno sperimentato l’accoglienza delle famiglie, l’affetto delle persone in strada e custodiranno per sempre nel cuore l’esperienza della Gmg di Panama.
Camminare, ascoltare, essere discepoli missionari pensando sempre a Maria e a quel “sì” che può cambiare una vita ricordando che, come evidenziato dal Papa “Solo quello che si ama può essere salvato”.