È stato presentato dal premier Conte il piano “Proteggi Italia” che prevede uno stanziamento di 11 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, fra cui rientrano risorse destinate al Molise. Quattro i pilastri su cui sono stati valutati gli interventi e quanto stanziare per ogni regione: emergenza, prevenzione, manutenzione e rafforzamento della governance. Al Molise sono destinati 9.862.485,28 euro ai quali dovranno essere aggiunti altri fondi da ripartire in base all’art. 24 quater del Decreto fiscale, che saranno quantificati prossimamente e che serviranno tutti allo stato d’emergenza per le calamità naturali del periodo ottobre-novembre 2018. Da sempre il Molise, dalle varie sfaccettature geomorfologiche, è stato vittima di dissesto idrogeologico date la conformazione e la posizione geografica. Basti solo pensare che il 100% del territorio è interessato da rischio di pericolosità frane P3 e P4 (f.te Rapporto ISPRA 2018). Una regione fragile che ha visto spesso il suo terreno scivolare tra una vallata e l’altra. Civitacampomarano ne è un esempio eclatante dove, la frana dello scorso ottobre, ha creato seri danni ad una parte del centro storico del borgo e con esso anche alla piazza dove è situato il Castello Angioino, sito di interesse patrimoniale, culturale ed architettonico. Alla luce di questa situazione, positivo è il commento del deputato pentastellato Antonio Federico: “Un cambio di paradigma fondamentale in una regione come la nostra costituita da piccoli comuni. Con questo piano straordinario che ha coinvolto tanti dipartimenti e ministeri, il governo nazionale risponde concretamente alle esigenze dei cittadini, superando norme confuse e la totale mancanza di coordinamento dei passati governi. Un passo importante che sono orgoglioso porti la firma del M5S”. In realtà a questi problemi è la prevenzione che parte dalla conoscenza dei territori e delle loro criticità. Di certo lo stanziamento fondi è il primo passo ma non senza un progetto inziale. Oggi ne abbiamo gli strumenti (dati ISPRA) ma vengono a mancare, di nuovo, programmi integrati ecosistemici. I cambiamenti climatici sono una realtà, stanno modificando e stravolgendo il territorio, per questo servono progetti nuovi, che guardino al futuro. Allo stesso tempo non si può tener conto di studi datati perché la situazione morfologica cambia di giorno in giorno. “Il pomposo Piano Proteggi Italia è solo il riparto di risorse già stanziate anche da precedenti Governi e di cui si sapeva già tutto. I soldi di prevenzione e per le emergenze da dissesto idrogeologico erano già sugli Stati di previsione dei ministeri dell’ambiente e dell’agricoltura e nell’art. 24-quater del decreto fiscale dello scorso ottobre. Dalle slides non emerge un euro in più e non poteva essere diversamente. La vera sfida italiana sta nella cultura della prevenzione, nella lotta agli abusi e al consumo di suolo e in una capacità amministrativa si spesa lungimirante ed efficace. Tutti elementi che mancano al governo giallo-verde” risponde Giuseppina Occhionero, deputata LEU. Il premier ha presentato il Piano con il metodo delle Slide, lo stesso che utilizzò Renzi nel presentare “Italia Sicura”, strutture cancellate dal governo in carica perché dichiarate inutili. Da una procedura di valutazione progettuale a uno stanziamento di fondi a pioggia per le regioni. L’augurio è che tale progetto rappresenti un ulteriore snellimento delle procedure e non semplicemente uno spot elettorale e, magari, che il Governo in carica riesca a risolvere e prevenire il dissesto idrogeologico riportando in vita paesini, come quello di Civitacampomarano, che a causa della frana, tende a spopolarsi.
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