Nella mattinata odierna la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, a completamento di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Campobasso, hanno eseguito sei misure cautelari di cui due in carcere e quattro ai domiciliari per i reati in oggetto, emesse dal GIP del Tribunale. Inoltre, hanno eseguito 14 decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di tutti i quattordici indagati nel procedimento penale, nelle città di Campobasso, Lucera e Roma. Gli arrestati in carcere sono Michele D.B di 25 anni e Andrea M. di 19 anni, entrambi campobassani, mentre ai domiciliari sono finiti C.A. 21 anni della provincia di Campobasso, F.D. 26 anni, V.A. 30 anni e P.L. 50 anni, questi ultimi di Lucera. L’indagine della Polizia di Stato è partita nell’agosto 2018 a seguito di una rapina a mano armata compiuta in città, da due soggetti travisati, ai danni di una coppia di giovani allo scopo di derubarli di un orologio Rolex e di un’autovettura nella notte del 22 agosto. Nello specifico due giovani con passamontagna aggredivano in strada una coppia di fidanzati appena uscita da un locale del centro cittadino. Il ragazzo veniva colpito con calci e pugni e trascinato fuori dal suo veicolo e derubato di un Rolex. I rapinatori cercavano inoltre di impossessarsi della macchina, una Mercedes, non riuscendovi grazie alla reazione della ragazza che, intuita l’intenzione, gettava le chiavi dell’auto tra le macchine parcheggiate. Le indagini della Polizia di Stato si sono incentrate sin da subito su due ragazzi campobassani entrambi con precedenti per spaccio di stupefacenti, di cui uno, Michele D.B., di maggior spessore criminale, noto alle forze dell’ordine per vari precedenti per reati contro la persona, il patrimonio, arrestato anche in Romania in flagranza del reato di rapina in concorso ai danni di una gioielleria. Quest’ultimo, sottoposto a sorveglianza speciale di P.S. con divieto di uscire di casa dalle 20.00 alle 07.00 e di accompagnarsi con pregiudicati, sistematicamente violava la misura per gestire i suoi traffici di droga, anche con l’ausilio dei genitori non conviventi e separati. Secondo gli inquirenti, la madre addirittura accompagnava il figlio anche nei rifornimenti e nella vendita (non avendo il giovane la patente di guida perché ritiratagli), il padre lo aiutava nel nascondere le ingenti somme di denaro di provenienza illecita, invogliando il figlio anche a presentare istanza per ottenere il reddito di cittadinanza. Nel giro di alcuni mesi, lo stesso ha posto in essere due rapine picchiando le persone offese, ha ipotizzato la commissione almeno di altre tre rapine, ha spacciato droga senza soluzione di continuità guadagnando anche due – tremila euro al giorno, ipotizzando come riciclare il denaro provento dell’attività illecita; ha inoltre addirittura pensato di comprare una pistola da usare contro un poliziotto. Nella perquisizione effettuata nella mattinata odierna, presso la sua abitazione, sono stati rinvenuti e sequestrati circa 90.000 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecita e sui quali sono in corso ulteriori approfondimenti. L’attività investigativa, svolta anche attraverso strumentazione tecnica, consentiva di ricostruire un giro di spaccio di sostanze stupefacenti, con approvvigionamento della droga dalla vicina provincia di Foggia. I servizi di appostamento consentivano di intercettare numerosi acquirenti di stupefacente (ai quali veniva contestato il consumo) e di risalire ai canali del rifornimento con numerosi sequestri di droga. Nell’attività di spaccio, scattavano vere e proprie minacce ed estorsioni in danno dei clienti che tardavano a saldare i debiti. Inoltre, per procurarsi ulteriore droga senza intaccare le riserve di denaro occultate, si pianificavano ulteriori rapine.
I fornitori pugliesi della sostanza stupefacente, oggetto di ordinanza restrittiva ai domiciliari, sono soggetti già in passato colpiti da misure cautelari. All’indagine condotta dalla Polizia di Stato si affiancava un’altra condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Campobasso, a seguito di una rapina in abitazione ai danni di una cittadina brasiliana, avvenuta lo scorso 23 gennaio in questo Capoluogo, per la quale venivano deferiti all’A.G. 4 degli indagati. Durante le indagini, si acquisivano inoltre elementi in ordine ad un’altra rapina commessa nel luglio 2016, con identiche modalità, da alcuni di loro nei confronti della stessa donna. Uno degli arrestati, Andrea M., tra gli autori della rapina del gennaio 2019 si presentava nei giorni seguenti con il proprio avvocato alla Caserma dei Carabinieri di Campobasso, rendendo dichiarazioni contro i complici e cercando di scagionarsi dalle connesse responsabilità. Tuttavia la confessione risultava solo un tentativo maldestro di inquinare le prove che l’attività investigativa restituiva nella reale portata, difforme da come rappresentata dal reo confesso.
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