In un Molise dove ogni cosa la si fa in maniera autonoma ed individuale, dove da sempre si pensa come superare ogni schema associativo senza poter innalzarsi su torri e campanili per una visione d’insieme, finalmente qualcosa si muove. Un pendolo che scandisce le ore e che non si ferma dinanzi ad una realtà che offre solo differenze e strategie di carta. Un pendolo che accomuna nel trascorrere le ore e che ormai difficilmente potrà fermarsi perché ricaricato da un sodalizio forte, un sodalizio di amministratori che hanno visto al di là del proprio confine per perorare insieme una battaglia all’insegna dell’intento comune; non morire di spopolamento. E così San Felice del Molise, Montecilfone, Montefalcone nel Sannio, Civitacampomarano, Guardialfiera, Mafalda, Montemitro, Palata, Roccavivara, Acquaviva Collecroce, Castelmauro, si uniscono per portare avaneti un progetto d’insieme ed essere vincenti e convincenti nell’invertire la rotta e porsi a sentinella di un Molise che ci vede sconfitti sempre nei numeri, nelle statistiche, nelle previsioni, nell’economia ma che non smette mai di stupire per bellezza, tradizioni, enogastronomia e biodiversità. Proprio su questi pilastri i comuni hanno inteso porsi uniti in un contesto di grande difficoltà e di grande sconforto. Pian piano, nella casa comune di Castelmauro, è stato raccolto l’invito del sindaco Angelo Sticca e quell’eppur si muove è diventato “ci si muove”. Ci si muove per non esser soli in una battaglia difficile, piena di insidie e di colpi bassi, piena di sassi su strade colabrodo, trasporti al limite del collasso, senza più soldati in prima linea che difensivamente furono in tempi passati il baluardo per una rinascita che, purtroppo, stenta a tornare. Ci si muove per dar vita ad un progetto comune che non parta da un singolo ma che abbracci una strategia guidata da un volano di una ruota che si fonda su raggi imprescindibili ed uniti da una corona senza punte di diamante ma piena di pregio e di grandissima voglia di riscatto e di una vita presente e futura senza tribolazioni e senza alterazioni comportamentali che stanno deteriorando la nostra terra, il nostro modo di vivere, la nostra straordinaria identità. L’identità delle identità è la parola chiave, la svolta per una rinascita identitaria e cognitiva di un territorio che lascia il fiato in gola nel vederlo dall’alto dell’Osservatorio di Catelmauro, dall’alto del Campo di Volo per Parapendio di Montefalcone, dalla Sacralità della Porta Santa di Guardialfiera che si affaccia su un dei laghi più belli dell’Italia Meridionale, dall’alto delle tradizioni di San Felice del Molise, Acquaviva, Montemitro, Palata, terrazza di un Molise che vuol vedere non più lontano l’Abruzzo e la Puglia, dall’alto della bellezza di un Montecilfone con il suo Bosco Corundoli che rischia seriamente il suo depauperamento, dall’immensità e beltà del Castello e del borgo medio rinascimentale di Civitacampomarano che mai vorremmo vedere scivolare a valle a causa di una delle frane più importanti d’Italia e perderci la voce di quella resistenza che parte proprio da una incredibile intuizione di colorare il paese e renderlo affrescato nei concetti, nei racconti e nelle opere che mai dimenticheremo nella storia grazie a Gabriele Pepe e Vincenzo Cuoco come per l’intera area dall’immenso racconto di Francesco Iovine, per non dimenticare la visione dall’alto della splendida Roccavivara con la sua Madonna del Canneto che il 14 aprile sarà illuminata da una splendida corona di luci che non potranno che apportare vita ad un monumento già meraviglia italiana, sentinella di un passato glorioso che non vorremmo finisca nei libri di storia e non più godibile al mondo intero come lo è stato per la bella Mafalda che subendo dominazioni ebbe a chiamarsi tale in omaggio alla neanata eredi di casa Savoia nel lontano 1903. Storia, arte, cultura, natura, biodiversità, agricoltura, enogastronomia e sintesi comune: questa l’arma letale contro incuria, spopolamento, negatività della politica. Quest’arma è stata assemblata a Castelmauro ed imbracciata da amministratori che del Molise sventolano con orgoglio la bandiera.