Il Coordinamento Nazionale Donne ANPI riunito a Bologna il 16 marzo, a cui ha partecipato anche l’ANPI Molise, alla presenza della Presidente Nazionale, Carla Nespolo, si è soffermato su una molteplicità di segnali preoccupanti che destano forte allarme per la loro regressione civile, sociale e culturale. In particolare, è stato predisposto e condiviso un documento che prende le distanze, in modo netto, con le scelte di diversi esponenti di primo piano del Governo di partecipare ed intervenire al prossimo Congresso Mondiale delle Famiglie in programma a Verona dal 29 al 31 marzo. “E’ inammissibile – afferma l’associazione – che si avallino posizioni reazionarie, che mettono a rischio le libertà essenziali, conquistate dalle donne di tutto il mondo, con norme sul diritto di famiglia più evolute, laiche, paritarie, eque e democratiche. Purtroppo i segnali di un generale arretramento si possono cogliere da una miriade di atti amministrativi, provvedimenti legislativi, decreti ministeriali e prese di posizione della attuale maggioranza parlamentare. Una compagine governativa palesemente sorda alla richiesta di riconoscimento del diritto di cittadinanza per migliaia di bambini e ragazzi nati in Italia. Una maggioranza governativa che avallando l’autonomia differenziata, formalizza un danno per il Mezzogiorno, al quale saranno ripartite decine di milioni di euro in meno arrecando un ulteriore svantaggio a popolazioni già deprivate di infrastrutture; depotenziate di servizi fondamentali quali la sanità, le scuole le università, le connessioni veloci e l’innovazione tecnologica. I principi fondativi della nostra Costituzione sono quotidianamente minacciati da una campagna politica che mira a dividere, a fomentare astio e rancore, a mettere in discussione anni di lotte democratiche favorendo anche sui territori il dilagare di una cultura antidemocratica accentratrice e discriminatoria. Anche in Molise non mancano segnali preoccupanti, silenzi omertosi e allineamenti a prescindere, con riesumazione di vassallaggi medievali lontanissimi da qualsiasi forma di partecipazione democratica evoluta, incardinata sul rispetto della legalità e delle norme vigenti”.