Soldi nascosti al Fisco e trasferiti a Panama: Fiamme Gialle sequestrano 1,2 milioni di euro a imprenditrice molisana

L'inchiesta "Fil Rouge"

La Procura della Repubblica di Isernia, diretta dal Procuratore Carlo Fucci, a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Maria Carmela Andricciola e condotte dalla Guardia di Finanza di Isernia, ha ottenuto l’adozione, da parte del Gip presso il Tribunale del capoluogo pentro Michaela Sapio, di un nuovo decreto di sequestro preventivo per equivalente, eseguito dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Isernia, per l’importo complessivo di € 1.276.600, relativo alle quote di partecipazione detenute dall’indagata E.R. – finita a novembre ai domiciliari insieme alla sorella C. nell’ambito dell’inchiesta “Fil Rouge” che ha consentito di accertare una frode da 85 milioni di euro e un’evasione di circa 24 milioni – nelle società R. S.r.l. e R. s.a.s. di P. I., società entrambe con sede a Roma, attraverso la società di diritto panamense B.F.S.A. Tale ulteriore attività scaturisce da informazioni acquisite dalle Fiamme Gialle isernine nella fase esecutiva di un precedente provvedimento, emesso nel mese di ottobre 2018 dal gip presso il Tribunale di Isernia sul conto di E. R., in ordine alla disponibilità di quote societarie possedute all’estero. In particolare è stato accertato che la R. risulta essere, per interposta persona, titolare di quote di partecipazione nella B.F.S.A., società costituita, in data 16.02.2007, con sede in Lussemburgo, trasferitasi, in data 13.04.2011, nella Repubblica di Panama. La menzionata B.F.S.A. detiene l’intero capitale sociale della R. S.r.l. ed è socio accomandante della R. s.a.s. di P. I. Alla luce di quanto sopra esposto è del tutto evidente che la società di diritto panamense B.F.S.A., il cui capitale sociale è interamente posseduto dall’indagata, debba senza ombra di dubbio considerata un mero schermo fittizio con cui la stessa ha celato l’effettiva disponibilità di quote di partecipazione nelle citate società. Tale situazione configura il fenomeno conosciuto come “interposizione fittizia” che si concretizza quando un soggetto trasferisce solo apparentemente la titolarità di beni o attività a prestanome, società, trust o fiduciarie, pur restandone il titolare effettivo. In tal modo l’interessato può realizzare diverse tipologie di vantaggi economici consistenti, principalmente, nella protezione del proprio patrimonio dalle azioni dei creditori. Nel caso di specie, le quote delle citate società appartengono, infatti, solo formalmente alla B.F.S.A., ma di fatto sono nella disponibilità dell’indagata E.R. che ne ha conservato la gestione, tanto da avvalersene nella relazione dettagliata di accompagnamento alla procedura di collaborazione volontaria (c.d. “voluntary disclosure”) con il Fisco posta in essere dalla indagata ex art. 7 del Decreto Legge n. 193/2006. Quanto sopra è stato partecipato dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria alla locale Procura, che ne ha condiviso le conclusione ed ha avanzato, al competente giudice per le indagini preliminari, apposita istanza ed ottenuto un nuovo provvedimento cautelare reale, eseguito dalle Fiamme Gialle isernine.

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