L’inquinamento dell’aria nella Piana di Venafro finisce all’attenzione del mondo medico-scientifico grazie allo studio firmato da professionisti molisani e pubblicato sulla piattaforma e rivista internazionale Researcherid: il contributo, ad opera del dottor Bartolomeo Terzano dell’Isde Molise (in foto) e di Angelo Salzo e Andrea Mariano del Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’Unimol in collaborazione con Ario A. Ruprecht e Dane Westerdahl, rispettivamente della Simg di Firenze e della School of Energy and Environment di Hong Kong, illustra i primi dati sul “black carbon” e sulla materia particolata PM 2.5 rilevati a Venafro in un lasso di tempo che va da venerdì 3 a domenica 5 maggio 2013.L’inquinamento dell’aria è un killer silenzioso, inizia la relazione, e uccide circa 3 milioni di persone all’anno. Segue una descrizione demografica del Molise e il modo in cui sono state effettuate le rilevazioni, con due postazioni in via Colonia Giulia e in via Campania. Lo studio mostra un aumento delle concentrazioni di Pm 2.5 e Bc in particolarari orari e zone della città, potendo associare tale fenomeno al traffico. Le concentrazioni di fatto risultano fino a dieci volte superiori alla media sulla strada per Napoli probabilmente per via del traffico di mezzi pesanti e vecchi motori diesel (all’incrocio con la SS 85 e Vico I Anfiteatro segnalati circa 16mila ng/m3). Valori piuttosto alti rispetto ad altri siti urbani e persino superiori a quelli visti nelle grandi città. Il traffico dei mezzi pesanti, viene spiegato nella relazione, non dovrebbe essere indirizzato attraverso la città ma spostato su un percorso alternativo, sulla cosiddetta Variante di Venafro. Nei mesi invernali, inoltre, le concentrazioni di Bc potrebbero aumentare per via della combustione di legna e miscelazioni atmosferiche.