A Campobasso la riqualificazione urbana passa attraverso l’arte. Questo è il messaggio che l’Associazione Malatesta insieme al Comune hanno deciso di lanciare attraverso laboratori e street art. Il progetto si chiama “ImbrARTiamo” e nasce da una collaborazione tra l’Associazione Malatesta e il Comune di Campobasso ed ha lo scopo di riqualificare la zona urbana “Fontana Vecchia” con opere che possano ricordare Paolo Saverio Di Zinno e i suoi Ingegni. Difatti il Corpus Domini è la festa più sentita in città e la voglia di farla conoscere e di riscoprirla è forte tanto da dedicarvi intere facciate del quartiere, uno tra i più popolari del capoluogo. Per far tutto questo è stato indetto, nello scorso inverno, un bando per ragazzi under 30 che, per poter partecipare, hanno inviato un bozzetto con l’opera da poter realizzare.
Come nasce questa tua passione?
Come scegli le opere da realizzare?
“L’aspetto importante è la correlazione con il territorio. Cerco opere che abbiamo un senso ed una connessione. Ad esempio qui ho pensato a Luca Giordano, è napoletano e vicino alle tradizioni molisane. In più in linea con il progetto che si sta realizzando in questo quartiere. Ho dipinto in giro per l’Europa, in Belgio dipingo artista belgesi, in Francia quelli francesi, in Italia ho sempre l’imbarazzo della scelta per la sua ricchezza artistica.”
Quali emozioni riesci a suscitare nelle persone che osservano le tue opere?
“Il mio obiettivo è proprio quello di portare la popolazione a conoscere l’arte classica. Spesso ci si allontana dai musei perché si pensino siano noiosi. Riportare l’arte classica nelle città si riesce a coinvolgere la popolazione che ci vive. In questo modo si coinvolgono molte più persone che spesso non conoscono l’arte e magari la diffidano fino ad allora”
Come riesci a coinvolgere le persone che vengono a vedere la tua opera?
“Le lascio immergere nel dipinto. Gli propongo un viaggio immaginario chiedendo loro dove sia l’originale o la vita dell’artista. Io mi definisco un direttore d’orchestra di musica classica. Un direttore non dirige mai la sua opera ma quella degli altre. Cerco di dirigere il pubblico dell’opera così come la traduco, dal classico al contemporaneo”.
Manu.Car.