Sono stati completati altri 75 metri di intrecci e superati i 3000, restano pochi metri per completare circa 4 km di lunghezza. Siamo in due piccoli paesi dell’entroterra molisano che hanno deciso di unirsi nel senso letterale della parola. Il 27 luglio sarà srotolato un “filo”, lavorato ad uncinetto e con lana recuperata nel cassetto di casa di vari residenri, lungo la strada che unisce Castelbottaccio e Lupara e ogni gruppo partirà dal proprio centro per potersi congiungere a metà strada. Circa novanta le donne all’opera che ogni due settimana si riuniscono, ora in un paese, ora nell’altro, per organizzare il lavoro, scambiare due chiacchiere e nell’occasione “uncinettare” insieme. L’idea nasce con lo scopo di creare legami tra due paesi confinanti ma nello stesso tempo lontani data la mancanza di obiettivi da realizzare insieme. Oggi queste donne un obiettivo lo hanno davvero, tanto che, pronte ad uscire fuori dagli schemi, sono disposte a farsi valere e far conoscere l’arte del Knitting. Un’arte che ha un’impronta sociale da non sottovalutare: quella dello stare insieme. Condividere le realizzazioni e lavorare per un fine comune sono i punti di forza che stanno caratterizzando il progetto “Intrecci Castelbottaccio-Lupara. Un filo lungo oltre 3000 metri”. Riunirsi anche per poter far emergere a galla i ricordi, raccontarli con battute in dialetto tanto per colorire e far sembrare più veritiera la scena, qualche consiglio di lavorazione da parte delle donne più sagge, tutto a suon di uncinetto: punto catenella, punto alto, punto traforato, punto celtico, punto virgole, punto diamante. Così largo alla fantasia non solo per coloro che hanno deciso di mettere al servizio il loro sapere ma anche per le ragazze e le bambine che trovano in quest’arte la voglia di sperimentare ed imparare qualcosa di nuovo. Un’arte, quella del knitting, che porta queste donne ad intrecciare emozioni legate ora da un giro, ora da un nodo, ora da un colore, riemergendo dalla rassegnazione, guardando dall’alto la loro condizione di vita e sfidando le difficoltà quotidiane per tendere alla felicità e contribuire ad aumentare il FIL (Felicità Interna Lorda). Un entusiasmo che ha contagiato anche donne originarie dei due comuni che, seppur vivendo a debita distanza, hanno deciso di dare un loro contributo creando la loro parte di striscia. Le stesse, difatti, provengono da ogni parte della penisola, dalla Svizzera e dalla signora Kathy che oggi vive in Argentina. Le “sferruzzatrici”, unite dalla voglia di stare insieme, hanno contribuito anche alla realizzazione di una “pezza” per l’iniziativa “Mettiamoci una pezza” che ricorda il decennale del terremoto de l’Aquila, opere installate nei punti salienti della città. E così oggi entrambe le comunità potranno sentirsi unite da un filo che le unisce facendole diventare un gruppo di donne fiere del loro lavoro e del loro voler stare insieme sfidando i conflitti campanilistici esaltando il valore dell’accoglienza, del rispetto e della vocazione del posto.