«Circola, da qualche giorno, la notizia secondo cui l’Agenzia alla quale la Rai nazionale ha commissionato la raccolta e l’elaborazione degli exit poll e delle proiezioni elettorali avrebbe deciso di non effettuare le rilevazioni nei Comuni di Campobasso e Potenza, unici due capoluoghi di regione che si troverebbero ad essere esclusi dal Servizio pubblico in occasione delle elezioni amministrative del prossimo 26 maggio. Una scelta di marketing riferibile all’esiguo numero di abitanti delle due città: sarebbe questa la motivazione ufficiale addotta dai responsabili dall’Agenzia. Se così fosse, ci troveremmo di fronte ad un gravissimo caso di discriminazione operato dal Servizio pubblico e rispetto al quale non avremmo nessuna esitazione a far sentire la nostra protesta e a reclamare i nostri diritti. Che il canone Rai sia un tributo è fuor di dubbio. Che vada pagato è insindacabile. Ma i tributi si pagano per avere un servizio che deve essere garantito a tutti gli utenti. Per di più, deve essere spalmato sull’intero territorio nazionale. Qui il marketing o il posizionamento c’entrano poco o niente. È il diritto all’informazione che deve essere assicurato, in egual misura, al cittadino di Bergamo come a quello di Campobasso. A meno che i vertici Rai non abbiano deciso di applicare il regionalismo differenziato anche al Servizio pubblico». Così il presidente della Regione Molise in relazione alla notizia secondo cui le città di Campobasso e Potenza sarebbero state escluse dagli exit poll e dalle proiezioni elettorali della Rai.
(foto archivio)