Nelle giornate del 15 e 16 maggio la comunità diocesana ha rinnovato con fede, preghiera e devozione la solennità dei Santi martiri larinesi Primiano, Firmiano e Casto, compatroni della città di Larino e di tutta la Diocesi. Ogni anno, attraverso queste particolari manifestazioni, viene ricordata anche la prima presenza cristiana nell’attuale territorio diocesano (e non solo) che è documentata, all’inizio del IV secolo, proprio dal sacrificio dei Martiri Larinesi. Il programma ha previsto, al mattino, il corteo processionale dalla Cattedrale di San Pardo con l’artistico simulacro di San Primiano che, poco prima di mezzogiorno, ha raggiunto la sua abituale dimora, situata a circa tre chilometri di distanza, dopo una breve sosta nella nuova chiesa dedicata ai Martiri Larinesi e nelle immediate vicinanze dell’anfiteatro romano (luogo simbolo del loro estremo sacrificio) dove è stata celebrata una messa. Tradizione vuole – come osservato da Giuseppe Mammarella, responsabile dell’Archivio storico diocesano e della Biblioteca – che i bambini portino i caratteristici “Palii”, consistenti in lunghe aste di legno sulla cui sommità sono posti drappi multicolori e multiformi, finemente lavorati, per indicare il trionfo della fede ottenuto con il martirio. In serata solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, Gianfranco De Luca, che ha impartito anche il sacramento della Cresima. La messa è stata animata dal Coro polifonico della Cattedrale “Don Luigi Marcangione” diretto dal maestro Giovanni Petrone. A seguire, si è svolta un’altra suggestiva processione per il centro storico medioevale, con un frammento osseo dello stesso primo Martire contenuto in un artistico braccio benedicente, realizzato nel XV secolo. Nella giornata del 16 maggio il parroco don Costantino Di Pietrantonio ha celebrato in Cattedrale la messa per rinnovare la memoria liturgica degli altri due Santi Firmiano e Casto. “È bello – ha osservato nell’omelia il Vescovo, Gianfranco De Luca – che questa circostanza, quale la festa dei nostri Santi compatroni Primiano, Firmiano e Casto, testimoni della vita di Gesù a costo della loro, ci accompagna e ci aiuta a porci una domanda e a riflettere affinché nella nostra mente e nel nostro cuore possiamo riscoprire la centralità della Parola di Dio: Quale posto occupa la parola di Dio nella nostra vita? Quali sono i nostri riferimenti? Oggi, come all’epoca dei martiri larinesi, c’erano tante parole, obiettivi e mete, ma loro, nonostante la giovane età, hanno scelto di non rinnegare la propria fede e di testimoniarla fino alla fine e senza paura. La diversità della loro vita è nata proprio dalla Parola di Dio ascoltata, accolta e vissuta. Anche noi, allora, possiamo ascoltarla, accoglierla e viverla come luce che riscalda il cuore, dà senso e pienezza alla nostra esistenza, ci porta oltre a quello che vediamo e tocchiamo, oltre la morte, la sofferenza e il dolore. Facciamo in modo che non ci sia nemmeno un giorno passato senza un riferimento alla Parola di Dio vivendo da figli e da fratelli capaci di amare come Gesù ci ama. Questa è la consegna ricevuta dai santi martiri larinesi, che ci vogliono bene, vogliono la nostra gioia, ci indicano la strada e ci ricordano – così come dice Papa Francesco – che ognuno di noi è chiamato alla Santità come parola detta da Dio e come parola da realizzare”.