“Il punto 5 del manifesto: una Campobasso bella!”
Campobasso “città giardino”, una città verde, pulita, ordinata, vivibile, che torna ad avere cura di sé. Come? A partire da una capillare campagna di comunicazione nelle scuole sul corretto utilizzo dei cestini portarifiuti, per proseguire con l’estensione del servizio di pulizia delle strade e delle piazze e con l’istituzione di una pulizia profonda stagionale, due volte l’anno in primavera ed in autunno, su tutto il territorio comunale. Nel piano economico-finanziario dell’amministrazione bisogna prevedere la riqualificazione di giardini pubblici, a partire da quello di Villa de Capoa, Piazza Municipio e Piazza della Vittoria, con playground bimbi e verde pubblico nel centro, fino ad arrivare alla creazione di un parco cittadino in via IV Novembre. L’obiettivo di creare maggiori spazi verdi, curati e vissuti, deve essere concreto, magari pensando anche a giardini terapeutici per il benessere della comunità.
Occorre un progetto articolato che rappresenti un necessario e netto salto di qualità per i servizi di igiene urbana: la città è il primo bene che abbiamo in comune e siamo tutti chiamati a prendercene cura. Per questo l’Amministrazione è chiamata a potenziare significativamente, in qualità e quantità, l’insieme dei servizi per la pulizia della città a cui deve corrispondere una maggiore attenzione di tutti al decoro cittadino e alla cura degli spazi comuni, affinché Campobasso sia sempre più pulita, ordinata, vivibile.
Ci sono progetti innovativi da poco adottati da altre amministrazioni, utili al raggiungimento dell’obiettivo: il progetto di distribuzione gratuita di posacenere portatili tascabili nei locali maggiormente frequentati della città per invitare i cittadini a non gettare a terra i mozziconi delle sigarette ed il progetto “adotta un giardino pubblico” con l’apertura di un bando rivolto a tutte le scuole che potranno proporsi per adottare un giardino pubblico con un progetto di sistemazione che potrà prevedere la collocazione di panchine, giochi e arredi vari.
La raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani si pone l’obiettivo non solo di ottimizzare la raccolta dei rifiuti, ma di educare il cittadino e i produttori di imballaggi alla salvaguardia dell’ambiente. E’ necessaria una metodologia che abbia l’obiettivo di rendere il processo di differenziazione dei rifiuti: certo, tracciabile, facile, conveniente ed ottimizzabile. Il metodo di raccolta, quello definito porta a porta, presenta grosse criticità e non risolve efficacemente il problema, costringendo il cittadino a differenziare attraverso ingombranti mastelli da tenere in case sempre più piccole e a “convivere” con rifiuti per gli inflessibili giorni e orari di smaltimento, che provoca inevitabilmente un “rifiuto psicologico” dell’utente sempre più alla ricerca di scappatoie per facilitarsi l’esistenza. L’intera collettività deve essere educata così come si deve rendere conveniente il sistema. Per farlo però si deve partire da una raccolta differenziata che sia comoda, facile, efficace ed intuitiva, ma anche vantaggiosa per chi la effettua e per le industrie del riciclo, penalizzante per chi la disattende. Deve essere controllata in ogni passaggio, flessibile e capace di fornire dati per l’ottimizzazione dell’intero processo, adattabile a nuovi costumi di consumo e a nuove strategie della differenziazione.
L’idea è quella di dotare i cittadini di sacchetti numerati e colorati per ciascun rifiuto da differenziare (es. indifferenziata, carta, vetro, plastica, alluminio, abbigliamento, ecc.) e di una chiavetta USB (tessera magnetica, tessera fiscale, ecc.) per accedere liberamente ai centri di raccolta posizionati nelle vicinanze. Il cittadino ovviamente potrà conferire dove si trova più comodo e quando vuole, in ogni giorno e a qualunque ora.
Il comune potrà stabilire una strategia “educativa” monetizzando i RSU differenziati riciclabili, e penalizzando gli indifferenziati in maniera tale che annualmente potrà inoltrare il saldo a ciascun utente accompagnato dal conteggio analitico, controllabile dall’utente, attraverso semplici applicazioni Android o iOS.
La città rinasce se si torna a ripensarla secondo un modello partecipativo e condiviso di idee e azioni tra cittadini, associazioni, progettisti e decisori.
Una città vivibile e dunque fruibile deve prevedere aree verdi, spazi e servizi condivisi, zone wi-fi, in cui addirittura lavorare o divertirsi nel rispetto di tutti. I cittadini devono poter tornare a vivere la città in tutto il suo fascino; la città va ripensata in chiave democratica mediante il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, a cominciare dai bambini e dagli anziani e dai diversamente abili. Occorre una lettura approfondita delle migliori pratiche condotte in altre città del mondo dove spesso le soluzioni sono già alla portata.
E i vantaggi sono per tutti. Una città ri-progettata a misura d’uomo con più verde e spazi di aggregazione e condivisione migliora la vita di tutti, aumentandone la sensazione di benessere, l’ottimismo e la propensione allo shopping. Borghi urbani più silenziosi e meno invasi da auto e smog automaticamente valorizzano tutto ciò che vi contengono.
Una città più ordinata, pulita e sicura costituisce un invito naturale a viverla appieno; inoltre la presenza di controlli e la cura dei dettagli favorisce i rapporti sociali che si presentano più aperti e costruttivi con forte riduzione dei vandalismi e micro-criminalità.
“La prima cosa da capire è che l’ordine pubblico nelle strade e sui marciapiedi della città non è mantenuto principalmente dalla polizia, per quanto questa possa essere necessaria: esso è mantenuto soprattutto da una complessa e quasi inconscia rete di controlli spontanei e di norme accettate e fatte osservare dagli abitanti stessi.“ (J.Jacobs).
Le città sono i luoghi in cui le persone si incontrano, in cui si manifestano la vita sociale e la cultura, in cui si produce lo sviluppo economico, unito ai progressi della tecnica e della scienza. La sicurezza urbana dipende dalla identificazione con il territorio, in quanto una persona protegge e rispetta un luogo che sente come proprio. Il controllo spontaneo dell’ambiente urbano, esercitato dai suoi abitanti, si realizza soltanto in città vitali, nelle quali le strade sono frequentate giorno e notte, nelle quali gli spazi pubblici sono ben curati e ispirano fiducia e senso di appartenenza: una città fatta di luoghi che i cittadini amano, che identificano come propri e che sono, per questo, pronti a proteggere. Una città a misura d’uomo, dove il verde prende il posto del grigio, dove gli alberi diventano arredo urbano di sostanza, dove la gente si riversa in strada per passeggiare, giocare, ascoltare musica. L’unico rumore dev’essere quello della gente felice, serena, immersa nei pensieri di una città rinata, figlia del futuro.