InnOviAMO CAMPOBASSO
Open Innovation 2.0 (OI2) è un nuovo paradigma basato su un modello di elica quadrupla in cui governo, industria, università e attori civili lavorano insieme per co-creare il futuro e guidare i cambiamenti strutturali ben oltre la portata di ciò che qualsiasi organizzazione o persona potrebbe fare da sola. Ma cosa significano questi paroloni tanto da Progetto UE? L’idea di base è che l’innovazione possa essere una disciplina praticata da molti, piuttosto che un’arte dominata da pochi. L’Europa ha capito la sfida e sta provando a ribaltarla sui territori, cercando di far passare il messaggio che fare innovazione è una questione spesso più di metodo che di idee geniali (che certo aiutano e fanno da volano sempre!). Il modello di riferimento di innovazione è quello basato sulla Quadrupla Elica, che diventa motore propulsore e obiettivo al tempo stesso, coinvolgendo nel processo gli organismi istituzionali, la sfera di ricerca, il settore delle imprese e i cittadini. Applicazioni pratiche? Il digital divide che ancora colpisce la nostra città. Oggi i colossi della Tlc ancora non riescono a fornire il supporto necessario alle nostre imprese dislocate in zone della città che dovrebbero invece, per loro stessa vocazione, essere percorse da autostrade informatiche. Il pensiero è rivolto innanzitutto alla Zona Industriale, ma anche alle altre periferie cittadine. I grossi progetti finanziati in passato hanno spesso portato le dorsali a fermarsi davanti le imprese, senza riuscire realmente ad entrare nell’operatività delle stesse. Un’amministrazione comunale sicuramente non può intervenire su scelte di tipo meramente aziendalistico, di convenienza del mondo privato. Ma in un approccio innovativo può rendersi promotore di un dialogo che metta al centro del discorso il bisogno reale del nostro mondo produttivo. Può riunire intorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati, dalle aziende di Tlc, alle Università e i loro centri di ricerca, alle imprese stesse ed ai cittadini, magari anche tramite le Associazioni sul territorio. Dialogo da attivare assolutamente anche con i Comuni limitrofi.
L’Amministrazione comunale dimostra un gap tecnologico notevole nei confronti di altre realtà d’Italia. Eppure la ridotta dimensione e la struttura relativamente snella dell’organizzazione dovrebbero favorire un approccio alla digitalizzazione dei servizi. Come di consueto si tratta più di un problema di volontà che di fattibilità. L’approccio deve essere sempre quello di andare verso una totale trasparenza di atti e procedure, rendendo tutto disponibile attraverso i canali previsti.
Molte energie devono però essere spese sul versante dell’organizzazione interna, per informatizzare le procedure e sfruttare le nuove tecnologie mantenendo elevati livelli di efficienza. Diversi i progetti innovativi possibili, come il database dei pagamenti, il catasto urbano integrato con l’archivio demografico, il work flow degli atti amministrativi (deliberazioni di Giunta, determinazioni dirigenziali, deliberazioni di Consiglio), quello per i sistemi educativi, la dematerializzazione degli archivi cartacei dei servizi demografici e molti altri ancora. Una parte consistente delle innovazioni è stata attuata ma tanto ancora si può e si deve fare, partendo dall’esistente e cercando di garantire il massimo della trasparenza e dell’efficienza, razionalizzando le spese ove possibile soprattutto ricorrendo a soluzioni open source.
E se “Volare alto” è il requisito necessario per immaginare la città ideale, la rete digitale che già usiamo nel quotidiano è paradossalmente impiegata poco o nulla per mettere in relazione l’infinità di risorse fisiche e intellettuali a chilometro 0 di cui disponiamo. E’ facile immaginare un’applicazione informatica, navigabile da qualunque dispositivo (telefono, computer), in cui l’interfaccia con l’amministrazione comunale e la semplificazione della burocrazia sia solo il punto di partenza verso una rete integrata di servizi e opportunità locali.
Un’App del Cittadino ad esempio con conto virtuale ricaricabile tramite bonifico o Paypal per il pagamento dei servizi, con accesso completo tramite smartphone ai servizi comunali amministrativi, ai parcheggi (senza concessioni esterne e maggiorazioni di prezzo), accesso ai trasporti pubblici con indicazione di tempi di attesa previsti per i mezzi in arrivo, car sharing cittadino per la riduzione del traffico. Contemporaneamente l’App consentirebbe l’accesso a servizi comunali integrativi: prima assistenza sanitaria a distanza, marketing di prossimità per le attività commerciali verso gli abitanti di un singolo quartiere, informazioni turistiche e sugli eventi in programma, creazione di communities degli utenti, sistema di notifica geo-referenziato dei problemi presenti e segnalati dal cittadino, premiazione tramite credito di servizi per ogni contributo di assistenza offerto da cittadini virtuosi. Tutto questo non è fantascienza, ma realtà in altri luoghi e best practices da portare sul nostro territorio per la nostra Amministrazione.
Ma l’aspetto più importante sull’innovazione e sulle reti è la programmazione. Le risorse digitali, i dati da mettere a disposizione dei cittadini e le infrastrutture di rete, sono argomenti al centro del percorso di sviluppo che deve essere ragionato e condiviso. Un’Agenda Digitale è la soluzione, un documento strategico che ha l’obiettivo di rendere la città più “intelligente”, “inclusiva” e “aperta” con l’impiego delle tecnologie dell’informazione, redatto con il contributo di soggetti pubblici, privati e della società civile. Si tratta di trovare le soluzioni migliori per la condivisione dei documenti resi disponibili in formato aperto dall’Amministrazione e da altri soggetti a partecipazione pubblica (come le aziende partecipate), puntando sulla trasparenza e la partecipazione attiva dei cittadini.
Una riflessione a parte, invece, meritano gli strumenti messi a disposizione dalla moderna tecnologia e se vogliamo volare alto, oggi ci vogliono i droni! Abbinati alla potenza comunicativa del web, questi moderni strumenti tecnologici possono essere utilizzati con grande efficacia in ambito turistico e dei beni culturali, con impatto economico relativamente ridotto e un grande ritorno dal punto di vista della divulgazione e della valorizzazione delle risorse o del patrimonio storico-artistico della città. Esempi: modelli tridimensionali virtuali da rilievo fotogrammetrico o aerofotogrammetrico (edifici, monumenti, ma anche reperti e singoli beni di un museo come può essere il Sannitico che potrebbe diventare “anche” virtuale) e percorsi virtuali, fotografie sferiche navigabili a 360 gradi visualizzabili direttamente su servizi di mappatura online o sul sito stesso dell’Amministrazione.