Un primo, indiscusso e importantissimo risultato storico per i Comuni con peggiori condizioni socioeconomiche e in ritardo sull’erogazione di alcuni servizi (soprattutto – ma non solo – del Meridione), che trae origine dal ricorso amministrativo presentato da oltre sessanta Municipi del Sud Italia – la maggior parte molisani – contro il riparto del Fondo di Solidarietà Comunale 2019, a seguito di una erronea applicazione dei principi e dei parametri del federalismo fiscale. Nel corso della conferenza stampa tenuta alla Camera è stata illustrata la nuova definizione dei livelli di servizio da considerare nel calcolo del fabbisogno standard degli asili nido. In sintesi, significa che tutti i Comuni italiani riceveranno i fondi necessari a garantire questo fondamentale servizio. Almeno nelle intenzioni. “Per primi, a livello nazionale, nel corso della nostra battaglia sul regionalismo differenziato, denunciammo l’illegittimità, oltre che l’incostituzionalità e l’ingiustizia, perpetrata dal Governo gialloverde – e in special modo dal Ministero dell’Interno – nel negare ai Comuni più svantaggiati le risorse necessarie per poter erogare le prestazioni minime, portando come esempio nazionale il “caso Riccia” (che per il 2019 si è vista assegnare una quota del Fondo di Solidarietà Comunale pari a 352.000 euro a fronte dei 1.425.000 ai quali avrebbe diritto) nella conferenza stampa di presentazione del ricorso tenuta in Senato lo scorso 21 marzo”, ha spiegato il consigliere regionale Pd Micaela Fanelli, promotrice del ricorso amministrativo curato dallo studio legale Di Pardo. “Anche grazie al prezioso lavoro del giornalista de il Mattino Marco Esposto e del suo libro denuncia ‘Zero al Sud: la storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale’, cui si aggiunge quello tecnico del responsabile finanziario dell’Unione dei Comuni del Tappino Mena Iapalucci, ci siamo resi conto che il Governo nazionale aveva di fatto stracciato l’art. 119 della Costituzione, istitutivo del ‘fondo perequativo’, che serve a redistribuire risorse in favore dei Comuni più ‘deboli’, al fine di garantire che anche questi possano soddisfare i livelli minimi di assistenza, evitando così che in Italia esistano Comuni di serie A (cioè quelli che vengono prima, prevalentemente quelli del Nord Italia) e Comuni di serie B (quelli che vengono dopo, prevalentemente quelli del Sud)”. Il fondo ripartisce le risorse in favore dei Comuni secondo due criteri: quello della spesa storica (e cioè attribuisce ad ogni Comune le risorse sulla base di quanto già in passato attribuito); quello perequativo (e cioè quello finalizzato a riequilibrare il deficit di alcuni Comuni). La legge ha previsto che gradualmente entro il 2021 si dovrà passare dal sistema storico a quello perequativo (basato sul fabbisogno di ogni Comune). “Invece – continua Fanelli – il Ministro dell’Interno ha bloccato la progressione verso il sistema perequativo congelando la quota di riparto 2019 al 45% (la legge prevedeva invece che nel 2019 la quota ripartita secondo il criterio perequativo passasse dal 45% del 2018 al 60% del 2019); e ha confermato per tutti i Comuni gli identici importi assegnati al 2018, malgrado i fabbisogni del 2019 fossero diversi. Non solo, perchè al fine di reperire risorse per lo Stato, il Governo ha pensato bene di attingere dal fondo dei Comuni decurtandolo di oltre 500 milioni di euro, arrivando al paradosso dei Municipi che devono finanziare lo Stato. Dunque, in palese violazione del dettato costituzionale, si tolgono soldi indispensabili per assicurare i livelli minimi di assistenza ai soggetti più deboli (asili, disabili, trasporti, ecc.), per finanziare politiche governative quantomeno discutibili e certo non garantite dalla Costituzione (reddito di cittadinanza, quota cento, ecc.). Cosa ha comportato questo per il solo Molise? Significa almeno il 60% in meno del riparto del fondo di solidarietà comunale, circa 24 milioni di euro per 135 comuni molisani creditori. Praticamente tutti. E allora – ha concluso Fanelli – salutiamo con soddisfazione la ‘marcia indietro’ del Governo sui fondi necessari a garantire il servizio asili nido e restiamo fiduciosi sull’esito generale del ricorso, che sarà discusso nel prossimo mese di ottobre presso il Tar del Lazio, nella certezza di percorrere la giusta strada politica e amministrativa verso il ripristino della legalità e della giusta considerazione a cui ha diritto il Sud Italia e tutti i suoi Comuni”.
Fondo nazionale asili, negati 24 milioni di euro ai Comuni molisani. Tar dà ragione ai sindaci, marcia indietro del Governo
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