Cosa è successo intorno alle 10 di ieri, sulla collina Monforte, quando il corpo di Paolo Sangregorio riverso sul terreno, lungo la via Matris, è stato avvistato da un operatore ecologico, prima che quest’ultimo allertasse i soccorsi, risultati poi vani? Qualcuno avrebbe sentito all’improvviso, da lontano, solo cosa è successo qualche frazione di secondo prima che quel corpo rimanesse inerte sul terreno, uno di quei suoni sinistri che fanno accapponare la pelle. Un grido strozzato seguito da un tonfo, un rumore attutito che però rimbomba nell’inconscio di chi già ha automaticamente abbinato il grido umano e quel suono. Non sono solo le persone a farsi tante domande, anche la Procura di Campobasso vuole vederci chiaro e capire perché il 56enne, molto noto nel capoluogo, abbia fatto un volo di oltre 10 metri che gli è costato la vita. Il sostituto procuratore Elisa Sabusco ha disposto l’autopsia sulla salma dell’uomo, che si trova presso l’obitorio dell’ospedale Cardarelli. Di sicuro l’esame autoptico potrà dare certezze sui motivi del decesso e dare modo di verificare l’eventuale presenza di elementi che possano costituire una causa (o concausa) della caduta e delle morte. Al momento gli inquirenti non escludono nulla. Paolo Sangregorio, noto per aver lavorato per anni dietro al bancone del bar Camardo, al centro di Campobasso, e attivo negli ultimi anni nel volontariato, viveva nel centro storico. Una passeggiata “sui Monti”, come si suol dire a Campobasso per indicare la collina Monforte, in un caldo sabato mattina di luglio, terminata improvvisamente in un punto da mesi interdetto all’utenza per motivi di sicurezza, la via Matris. Era solo durante la sua camminata? C’era il futuro nei suoi pensieri? Il punto esatto in cui il 56enne ha visto o sentito il “vuoto” sotto di sè non è ancora preciso ed è oggetto di ricostruzione da parte degli agenti della Polizia di Stato, intervenuti dopo la tragedia insieme a Polizia Locale, 118 e Vigili del Fuoco. Qualora si trattasse di un incidente, l’uomo potrebbe essersi sporto troppo dalla cima del dirupo, perdendo l’equilibrio, magari complice un giramento di testa per via del caldo, ma resta comunque il dubbio di un simile azzardo, a meno che Sangregorio cercasse qualcosa. Inoltre la parete della collina interessata dalla tragedia è coperta dalla vegetazione per lunghi tratti e il corpo è stato rinvenuto ai piedi del dirupo senza aver trovato ostacoli. Rimane quindi capire anche da dove l’uomo sia precipitato, se da un punto della strada che lo sovrasta o da una zona già interna alla vegetazione. Nodi che toccherà sciogliere alla magistratura.
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