Una volta ai piedi del costone roccioso della collina Monforte che affaccia su via Sant’Antonio Abate i bambini giocavano a pallone e nascondino fino al tardo pomeriggio. Ma da qualche tempo i genitori hanno preferito tenere lontano i figli da quell’area e farli piuttosto svagare sotto casa. Motivo? La scoperta, soprattutto a ridosso della vegetazione, di siringhe e preservativi usati, abbandonati a terra senza curarsi delle conseguenze, tanto ci sarà qualcuno che prima o poi verrà a pulire. Per mamme e papà non si tratta solo di un gesto di inciviltà ma anche di un segnale che quella zona non è più sicura e idonea per i propri bambini. Eppure i due lampioni dell’illuminazione pubblica che, in parte, facevano da guardiani silenziosi all’intero parcheggio spingevano assuntori di stupefacenti e coppiette desiderose di privacy a desistere dal mettere in pratica i propri intenti in un punto centrale della città, a pochi passi dalle abitazioni, frequentato da minori, spostandosi altrove.
Ma i lampioni oggi risultano spenti e il buio favorisce le azioni di chi vuole tenersi alla larga da occhi indiscreti. Forse il Comune ha deciso di risparmiare elettricità in quel punto o le lampade sono fulminate e nessuno provvede a sostituirle, questo non è dato sapere. Tuttavia i segni lasciati durante la notte sono ben visibile la mattina dopo, alla luce del sole, e mostrano come il grande parcheggio ai piedi del costone, dove una edicola chiude i battenti al tramonto, sia ormai teatro di comportamenti che mal si conciliano coi giochi di un bambino. Il parcheggio della droga e del sesso, appunto.