“Criticità di carattere organizzativo e gestionale nell’organizzazione della rete dell’emergenza-urgenza, cui si aggiunge un difetto di comunicazione tra l’ospedale San Timoteo di Termoli e la Centrale Operativa del 118 nel caso di fermo macchine per manutenzione programmata”. È quanto si legge nella risposta fornita dal Ministro della Salute, Giulia Grillo, all’interrogazione presentata dal portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Ortis, sulla morte del 47enne di Larino Michele Cesaride, avvenuta il 18 luglio 2018 dopo che l’uomo, con sospetta emorragia cerebrale, fu trasportato all’ospedale di Termoli per una Tac nonostante la macchina fosse fuori uso per manutenzione programmata. Un viaggio e una sosta inutili di 2 ore a Termoli, con conseguente necessità di ricovero a San Giovanni Rotondo, a oltre 90 km di distanza, tramite autoambulanza e successiva morte del paziente durante l’intervento chirurgico. Nell’interrogazione, il senatore pentastellato chiedeva lumi in merito alle risultanze dell’ispezione ministeriale disposta subito dopo i fatti, volta ad “accertare le inefficienze organizzative, le eventuali responsabilità personali, ma anche gli errori causati da una cattiva programmazione della politica regionale”. Di qui la risposta del Ministro Grillo, che certifica una serie di problemi legati all’organizzazione sanitaria sul territorio. In primis, circa la necessità di attivare a dovere la rete dell’emergenza neurochirurgica/vascolare, andando a definire le varie strutture “nodi della rete” secondo il modello Hub e Spoke e avviando, se necessario, accordi interregionali con altre strutture, come previsto dal Decreto Ministeriale n. 70/2015 per la gestione di questa tipologia di interventi. Ciò, visto che l’unica struttura regionale che può gestire le urgenze neurochirurgiche vascolari, la Neuromed di Pozzilli, presenta tempi di percorrenza media pari a 25 minuti da Isernia, 1 ora da Campobasso e ben 1 ora e 40 da Termoli. Non solo: il Ministro, nella sua risposta al senatore Ortis, sottolinea come l’Asrem dovrà costantemente verificare che siano sempre attive le comunicazioni tra l’ospedale San Timoteo di Termoli e la Centrale Operativa del 118, in modo tale da favorire lo scambio di informazioni indispensabili a una gestione appropriata dei pazienti. “Non sappiamo se Michele Cesaride, in presenza di un corretto funzionamento della macchina organizzativa sanitaria, si sarebbe potuto salvare e non sta a noi accertarlo – spiegano Ortis, il portavoce in Consiglio regionale Andrea Greco e il portavoce in Consiglio comunale a Termoli Nick Di Michele – ma certo è che non possiamo permetterci che si verifichino altri casi analoghi. Pertanto, ci batteremo nelle istituzioni perché l’organizzazione della rete dell’emergenza/urgenza risponda ai Livelli Essenziali d’Assistenza e assicuri risposte adeguate ai pazienti molisani, che hanno diritto a una sanità adeguata e degna delle altre regioni d’Italia”.
Morte in corsia, il Ministro Grillo: “Sul caso Cesaride criticità organizzative e di gestione”
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