Frizzante, coinvolgente, dinamico: così può essere riassunto il concerto che Irene Grandi ha tenuto a Termoli ieri sera nell’area del porto. Acclamata da un bagno di folla, la cantante fiorentina ha percorso, in due ore di spettacolo, la sua carriera partendo dall’ultimo pezzo “I passi dell’amore” che apre il suo ultimo LP “Grandissimo”, protagonista del concerto. Le nuove canzoni si alternano fra “vecchi” pezzi e cover rivisitate in chiave rock. Una Irene Grandi matura che ha coinvolto il pubblico con l’energia che l’ha sempre caratterizzata sin dagli esordi. Era il 1994 e sul palco di Sanremo una ragazzina con una coda bionda interpretava il suo primo singolo “Un motivo maledetto” poi inanellando singoli che l’hanno caratterizzata per la sua grinta come “Bum bum” e “TVB” che non sono mancati nel dare una scarica di adrenalina. Un ulteriore tuffo nel passato è stato guidato da lei in un unplugged romantico con “Che vita è” e “Cose da grandi”, facendo scendere qualche lacrimuccia agli over trenta di oggi che ricordano con affetto il tempo della loro adolescenza.
L’emozione ha toccato però il picco quando l’artista ha interpretato “Se mi vuoi” che nel 1994 cantava con Pino Daniele, un applauso collettivo e di affetto è partito dal pubblico rivolto anche al cantante napoletano scomparso qualche anno fa. Con un k-way grigio che ricordava la divisa degli astronauti, la Grandi ha impressionato la folla cantando “I would like to take you on a journey”, il contributo che l’artista ha dedicato a Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana che nel 2014-2015 ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo. Dopo un omaggio anche a Mina e Loredana Bertè, ha salutato il pubblico con “La tua ragazza sempre” e “Lasciala andare”, due delle sue canzoni che hanno segnato il suo percorso artistico negli anni 2000.
L’abbiamo incontrata nel suo backstage: una donna solare che ha apprezzato il Molise nella sua interezza ricordando anche i suoi tempi passati nella regione “che non esiste”. Irene, più di dieci anni fa venisti insignita della cittadinanza onoraria a Provvidenti, al tempo “Borgo della musica”, con la simbolica consegna delle chiavi del paese, cosa porti con te di quella esperienza?
“Bellissimo! Lo ricardavo proprio pochi giorni fa con una ragazza che viveva lì vicino. Mi ricordo che ebbi la sorpresa di ricevere questa chiave e andai a visitare il paese. La sera c’era un concertino e, a un certo punto, si salì sul palco. Mi ricordo di questo fiume di gente. Fu una bellissima esperienza perché ricordo dell’idea così romantica di questo borgo della musica, del paese che si poteva ripopolare attraverso gli artisti. Grande fu l’entusiasmo dei ragazzi per questa idea. So che quella esperienza non ha avuto risvolti positivi ma mi auguro che torni in voga perché l’idea era veramente interessante”
Negli anni hai collaborato con grandi artisti del panorama nazionale: Rossi, Curreri, Jovanotti, Daniele. Ma nel tuo ultimo disco duetti con molte donne. Perché questa scelta e perché proprio loro?
“Credo molto negli incontri della vita, nelle cose che succedono. Devo dire che con queste artiste, per una ragione o per l’altra, ci siamo avvicinate a livello musicale. Con Fiorella e Loredana per il disco di quest’ultima, con Carmen perché da anni collaboriamo, con Levante perché mi era capitato di suonarci insieme. Io credo che gli incontri non siano casuali ma avvengano per qualche ragione anche misteriosa, un pensiero creativo diventa realtà. È stato facile scegliere loro perché le avevo incontrate già nel mio percorso artistico. Sono stata molto felice perché hanno reinterpretato le mie canzoni che ho scelto per loro in modo perfetto dando loro una nuova intensità. Le ho sentite ancora nuove grazie alla personalità e professionalità di queste colleghe“.
Sei una delle poche artiste nate negli anni ’90 che non ha cambiato il suo stile musicale rimanendo l’Irene Grandi di sempre senza farti coinvolgere dai nuovi generi musicali, come il rap, che oggi primeggiano nelle radio italiane. Come ti senti in questo nuovo panorama musicale?
“Io ho sempre voluto sperimentare e cercare qualcosa di nuovo nella mia musica. Dal jazz all’ultimo spettacolo teatrale. Ho scelto sempre autori del mondo dell’underground, del rock, però non si può saper fare tutto. Il rap non è proprio entrato nelle mie corde, nel mio cuore completamente. C’è qualcuno che comincia a piacermi tra i giovani che stanno, secondo me, crescendo. Ma io non mi ci vedo ad interpretare quel tipo di musica, sarei un po’ forzata. Ho preferito andare un po’ controcorrente, a volte patendo le conseguenze perché quest’estate ho avuto difficoltà a promuovere il mio ultimo lavoro perché “non era di moda”. Arriveranno tempi migliori. Credo molto nella qualità e autenticità sicché penso che, se non adesso, in un futuro si riscopriranno delle cose, altrimenti pazienza. L’importante è essere veri e divertirsi, esserci con il cuore. Il successo è qualcosa che può esserci o esserci meno ma io sono soddisfatta così“.
Di Termoli che impressione hai avuto?
“È la prima volta che sono qui. Mi è piaciuta molto. Nel mio staff ho un collaboratore che ci ha fatto da cicerone portandoci nei posti più carini e più spettacolari come il muro antico, il piccolo golfo che si crea, il porto. Non ho visto la strada più stretta d’Europa ma ho avuto modo di assaporare l’atmosfera calda ed accogliente di questo posto. Mi hanno detto che anche d’inverno Termoli ha una bella cornice, sarebbe un sogno pensare di lavorare in questo posto così raccolto“.
Manu.Card.