La Polizia di Stato di Campobasso ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso e alla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni due donne di etnia rom del capoluogo, D.G.A. di 39 anni e la figlia minore di 17 anni, per furto aggravato. Lo scorso 25 luglio il titolare di un grande magazzino sito in via Insorti d’Ungheria, nell’inventariare la merce si accorgeva che dall’esercizio commerciale era stata asportata una grande cassa acustica del valore di 200 euro, esposta in vendita. Dalla visione delle telecamere a circuito chiuso, si avvedeva che due donne avevano portato fuori dal negozio la merce senza averne effettuato il pagamento. Mentre la donna adulta distraeva la cassiera, la minore usciva dal negozio con la cassa acustica, un oggetto ingombrante e non facilmente occultabile. Le immediate indagini permettevano di identificare le due donne, le quali, vistesi scoperte, riconsegnavano agli agenti quanto rubato. Si evidenzia che D.G.A., già nota alla Polizia per i suoi numerosissimi precedenti contro la persona ed il patrimonio, era sottoposta alla misura degli arresti domiciliari e, nonostante tale regime, non solo ha commesso l’ennesimo furto in concorso, ma ha “indotto” la figlia minore ad intraprendere la strada criminale della madre.
Inoltre, sorgono nuovi guai per B.N., il ventenne di origine siciliane, attualmente ristretto nella casa circondariale di Agrigento. Nella giornata di ieri 8 luglio la Polizia di Stato di Campobasso – su delega della Procura della Repubblica del capoluogo molisano, – ha proceduto a notificare al giovane un avviso di concluse indagini in un procedimento che lo vede indagato con altri per danneggiamento aggravato. L’episodio oggetto del procedimento risale al maggio del 2018, allorquando il B.N., unitamente ad altre persone, aveva intenzionalmente lanciato pietre contro le finestre dell’Istituto scolastico “Marconi” del capoluogo, rompendo il vetro di una finestra posta al piano rialzato. Come noto, in data 7 agosto il giovane era già stato destinatario di un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare per tentata estorsione e minacce, emessa dal GIP del Tribunale di Campobasso su richiesta del Procuratore della Repubblica Nicola D’Angelo, e tratto in arresto in esecuzione di misure cautelari emesse nei suoi confronti, essendo stato ritenuto responsabile, con altri, di numerosi furti commessi nel capoluogo.
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