“In questi giorni e per più di una ragione è tornata drammaticamente alla ribalta la vicenda legata alle problematiche che riguardano l’area della piana di Venafro e, tra le altre, l’atavica questione del collegamento fra la SS6 Casilina e la SS85 Venafrana. Da anni e da più parti viene sostenuto, con cognizione di causa, che lo stesso collegamento alleggerirebbe sicuramente l’enorme mole di traffico che quotidianamente attraversa l’abitato di Venafro. Bene ricordare, in attesa delle opportune e necessarie verifiche, che i dati sull’inquinamento nella “piana di Venafro” fanno registrare gravi rischi per l’incolumità e la salute dei suoi cittadini. Tale problematica è stata recentemente e giustamente portata alla ribalta da diverse associazioni operanti sul territorio e da comitati di cittadini che dovrebbero iniziare ad avere dalla politica e dalle autorità competenti qualche risposta concreta che chiarisca come stanno realmente le cose. La CGIL del Molise, tramite i propri delegati componenti del Dipartimento dedicato a infrastrutture, sicurezza e territorio, in data 1 luglio 2019 ha posto all’URP dell’Anas spa un quesito per “….conoscere quali atti e da parte di quali soggetti sono necessari per l’attuazione del progetto esecutivo e la cantierizzazione della bretella ANAS di Ceppagna….”; in data 6 agosto 2019 l’URP dell’ANAS SPA rispondeva: “…comunichiamo che per lo sviluppo della progettazione esecutiva e successiva realizzazione dell’opera in oggetto è necessario che lo stesso sia recepito dagli strumenti programmatici Ministero delle infrastrutture/Regione Molise/Anas (perfezionamento dell’intesa Stato/Regione)”. Dalla documentazione in nostro possesso, ma saremmo felici di avere smentite in tal senso, il medesimo intervento non è previsto nel vigente contratto di programma MIT/Regione Molise/Anas. A questo punto è lecito chiedere chiarezza anche rispetto a recenti dichiarazioni di autorevoli esponenti regionali che in sede pubblica hanno affermato che l’ANAS ha accantonato il progetto per motivi “tecnici”. La CGIL sta lavorando con tutte le sue strutture locali e nazionali per provare a fare una ricognizione documentale del complesso iter procedurale e burocratico e per provare a capire se, al di là dei contrastanti annunci, ci sono ancora i margini (e la volontà politica) per la redazione del progetto esecutivo e per la cantierizzazione dell’opera, la cui progettazione definitiva è stata già pagata. Opera che apporterebbe indubbi vantaggi non solo alla collettività venafrana, in termini di riduzione dell’inquinamento da traffico urbano e in termini di vivibilità urbana ma anche all’intero sistema di mobilità molisana e extra regionale considerata la collocazione strategica dell’opera stesa che costituirebbe snodo agevolato in direzione Roma/Napoli. Appare superfluo sottolineare che in una regione in ginocchio per mancanza di lavoro e per blocco pluriennale di cantieri e di grandi opere (solo annunciate) una operazione del genere costituirebbe occasione di rilancio per i livelli occupazionali di un settore oltremodo martoriato dalla crisi, quello dell’edilizia appunto, e darebbe una boccata d’ossigeno ad un vasto indotto della bistrattata economia locale. Il Dipartimento Infrastrutture della CGIL del Molise, in accordo con la Confederazione e con le categorie interessate, ha già programmato per il mese di settembre un convegno di approfondimento sulle questioni citate, che sarà l’occasione per creare un ampio fronte di confronto e condivisione con le comunità locali e per provare a costruire un percorso, finalmente chiaro, relativo ad un progetto che risolverebbe tanti problemi in un’area oltremodo provata da inquinamento ambientale e dagli effetti della devastante e ormai ultradecennale crisi economica”.
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