“La scelta della Lega di chiudere l’esperienza di Governo cosiddetto “giallo verde” cade in una fase molto preoccupante per l’Italia e alla vigilia della manovra finanziaria che si preannuncia dolorosa e complessa”. E’ il parere dei segretari della Cgil Abruzzo-Molise Paolo De Socio e Franco Spina (in foto) all’indomani della crisi di Governo e delle dimissioni del premier Conte. “Tante le vertenze aperte a livello nazionale : oltre 180 solo presso il Ministero dello Sviluppo Economico che attendono da mesi proposte e soluzioni. Molte le situazioni in sospeso anche in ambito regionale: situazioni che richiedono comunque provvedimenti urgenti da parte del Governo Centrale a partire dalla discussione sul nuovo modello di politiche attive. Senza un Governo non si possono affrontare le emergenze occupazionali e cresce la preoccupazione per quella che sarebbe una vera iattura per tutti i settori: l’aumento dell’IVA che dal primo gennaio, in assenza di manovre governative correttive, scatterebbe in automatico. Mentre in Europa si sta completando la discussione sui nuovi assetti dopo il voto, l’Italia resta a guardare non avendo un Governo e una strategia, diventando di fatto residuale nelle scelte strategiche anche sui temi di drammatica attualità come il welfare, il rilancio delle politiche del lavoro e i provvedimenti per il sociale. Le accuse del Presidente Conte rivolte all’indirizzo del Ministro Salvini sono state molto esplicite: la crisi nasce non per la difesa di interessi generali, ma dalla necessità di capitalizzare il consenso per interessi personali e di partito. Quando un Governo (qualunque esso sia) antepone i propri interessi a quelli del mondo del lavoro e della società in generale, rischia di fare danni enormi. Anche in Molise si corre il rischio di subire contraccolpi molto pesanti: la crisi da anni ha affondato le proprie radici e troppo spesso si naviga a vista o quando va bene a singhiozzo e in maniera scollegata, per l’elaborazione di un nuovo piano di sviluppo. La risoluzione delle vertenze storiche a partire da quelle ex partecipate dalla Regione appare sempre più lontana ed è difficile comprendere se e come siamo in grado di spendere le risorse per creare opportunità di prospettiva per giovani, meno giovani e espulsi dal mercato del lavoro. Non avere un Governo pregiudica anche la possibilità di ottenere attenzione sulla già traballante programmazione e sulle vertenze molisane. La mancanza di interlocutori determina tempi di risoluzione sempre più incerti. Con questo scenario appare paradossale che in Regione si sviluppi un dibattito del tutto surreale, dove taluni chiedono a parole unità di intenti a tutte le forze politiche e sociali per difendere il Molise e i suoi problemi nei tavoli nazionali, ma contemporaneamente prendono posizione di parte dentro la crisi. Forse anche in Molise il prevalere dei personalismi fa perdere di vista le criticità che questa crisi porta. Da oggi, con una Regione quasi commissariata in settori strategici e esautorata di poteri dagli organi centrali e da un Governo che non esiste più, con chi dovremmo interloquire per riattivare i tavoli al MISE e al Ministero dell’Agricoltura per parlare di filiera avicola e dell’ex indotto bieticolo saccarifero? Come otteniamo le risorse programmate sulla mobilità in deroga ex Ittierre? Con chi dovremmo discutere delle risorse destinate all’accordo di programma? Con chi si svilupperà la discussione sull’area di crisi e sulla possibile proroga degli ammortizzatori per le aziende in essa ancora esistenti? Quale sarà il percorso del Contratto istituzionale di sviluppo che, per quanto ci riguarda, per essere credibile deve contenere risorse per il lavoro e la messa in sicurezza del territorio? Quale percorso è definibile per le Zone Economiche Speciali?.. e l’elenco sarebbe ancora lungo. A noi servono risposte e non perenni campagne elettorali, abbiamo bisogno di interlocutori sia a livello nazionale che regionale. All’Italia e al Molise tutto serve tranne che improvvisatori e opportunisti”.
Crisi Governo e vertenze aperte, Cgil: “Al Molise servono risposte e non perenni campagne elettorali”
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