Le speranze finiscono a 50 metri dall’ospedale: la tragica morte di Giovanni, padre di 4 figli

Il malessere crescente, la sagoma dell’ospedale che appare all’orizzonte dopo essersi lasciato la galleria alle spalle, ancora 50 metri, forse 100, per raggiungere la salvezza o chissà come definirla, perchè ciò che sta succedendo probabilmente non è ben chiaro neanche a lui. Nessuno sa cosa abbia pensato Giovanni Iannacone prima che la sua auto, una Fiat Multipla, si schiantasse contro un muretto in contrada Tappino, finendo ribaltata su un lato, all’interno di una piazzola di una zona residenziale. Col 45enne campobassano c’era sua moglie, che ieri sersa intorno alle 22, lo aveva accompagnato nella corsa verso il Cardarelli, una corsa che non ha raggiunto il traguardo per un “soffio”, come si suol dire. Giovanni non si sentiva bene e probabilmente consultandosi anche con la sua compagna ha ritenuto opportuno recarsi al Pronto Soccorso. Quel malore però, giunto all’apice di una condizione non buona, non gli avrebbe lasciato scampo. Inutili la voce della moglie, quella di alcuni residenti usciti dalle loro case a prestare il proprio aiuto, quella dei soccorritori giunti sul posto poco dopo. Giovanni non rispondeva più. Quell’uomo, padre di 4 figli e libero professionista, corriere espresso di medicinali,  noto per essere fra chi lo conosceva un gran lavoratore, non risponderà più. La sua vita si è fermata lì, a 50 metri dalla salvezza.

Forse 100. O almeno dalla speranza che Gianni potesse farcela. La disperazione per i familiari è tanta. I suoi figli, tutti ancora piccoli, non hanno potuto riabbracciare il loro papà. Il magistrato avrebbe gia dato il nulla osta per il rilascio della salma alla famiglia e la celebrazione delle esequie. Una tragedia che arriva poco più di 24 ore dopo l’episodio verificatosi domenica pomeriggio sulla Bifernina, dove all’altezza di Lucito un 68enne di Colletorto residente a Venafro ha accusato un malore mentre era alla guida della sua auto in compagnia della moglie e della figlia, accostando il veicolo ma morendo poco dopo. A volte è questione di ore, minuti, se non di attimi. “È sempre consigliabile chiamare il 118 quando si avverte un malore o si subisce un incidente – spiega il direttore sanitario Asrem Antonio Lucchetti. – È sconsigliato fare corse autonome in ospedale, anche perchè il 118 non svolge solo il servizio di trasporto ma opera anche il primo soccorso e sa qual è la cosa migliore da fare in base al caso. La patologia a domicilio o sul luogo dell’intervento viene filtrata e gestita diversamente rispetto all’arrivo autonomo presso una struttura che potrebbe in quel momento non mostrarsi appropriata e si rischia di perdere più tempo”.

Forse per Giovanni Iannacone, così come per il 68enne di Colletorto, non ci sarebbe stato comunque tempo. Nel secondo caso potrebbe essersi trattato addirittura di un malore fulminante e fatale. L’invito dei medici è quello di non sottovalutare sintomi, soprattutto se prolungati, che possano far pensare al peggio.

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