“Apprendiamo con piacere che il Consiglio Regionale nella giornata di ieri ha preso posizione impegnando il Governatore Toma a valutare la sospensione dell’iter di realizzazione del metanodotto Larino–Chieti”. Con queste parole Legambiente Molise commenta l’approvazione in Consiglio Regionale della proposta presentata da diversi consiglieri, trasformata poi in ordine del giorno approvato all’unanimità, riguardante la realizzazione del gasdotto. “Come abbiamo più volte detto, riteniamo che sia un’opera inutile in quanto non strategica, di nessun interesse pubblico e non in linea con gli obiettivi della strategia energetica nazionale che prevede la totale decarbonizzazione entro il 2025, con il raggiungimento del 55% dei consumi energetici da fonti rinnovabili. Per questo – continuano da Legambiente – chiediamo al governo regionale di inserire all’interno della propria agenda la lotta ai cambiamenti climatici e la progettazione di un modello di produzione di energia locale e pulita. Il territorio ne beneficerebbe sicuramente sia dal punto di vista economico che ambientale. Un’opera, quella del metanodotto, il cui tracciato avrà una lunghezza di 110 km e che attraverserebbe tre province – Campobasso, Chieti e Pescara – interessando 26 comuni e soprattutto numerose aree protette, nonché l’area archeologica di Montenero. L’area del tracciato interessa inoltre 16 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 1 ZPS (Zona di Protezione Speciale), aree fortemente sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Le aree interessate, inoltre, sono per circa il 13% del tracciato, a forte rischio, come più volte comprovato nel corso dei decenni dai tanti e a volte vasti movimenti franosi verificatisi nell’indicata area molisana. In più non è da sottovalutare il rischio sismico indotto che si presenta con l’estrazione e lo stoccaggio del gas-metano. Il sottosuolo, infatti, viene sottoposto, alternativamente, nel corso dell’anno, ad un continuo alternarsi di rigonfiamento, ad opera della pressione impiegata per l’immagazzinamento e la successiva contrazione durante il periodo di estrazione, in condizioni, cioè, del tutto innaturali e quindi di difficoltoso controllo”.
Fanelli: “Vigileremo affinché gli impegni vengano rispettati”.
“Un risultato politico importante, per un’opera infrastrutturale certamente strategica, ma dall’alto impatto ambientale, che ha suscitato, legittimamente, dubbi e preoccupazioni nella popolazione e in molte associazioni ambientaliste, finora mai pienamente fugati dalle istituzioni competenti al rilascio dell’iter autorizzativo”. E’ il commento della consigliera del Pd, Micaela Fanelli, dopo la discussione della mozione presentata dal Partito Democatico e dalla consigliera Aida Romagnuolo inerente la realizzazione del metanodotto Larino-Chieti, fortemente osteggiato da Legambiente Abruzzo e Molise, dal Coordinamento Trivelle Zero del Molise, dal Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e dal Comitato No Stoccaggio Poggiofiorito, ai quali – afferma Fanelli – “va il merito di aver sollevato la questione e sollecitato la classe politica regionale ad intervenire”. “Mozione che – aggiunge la consigliera di opposizione a Palazzo d’Aimmo, – dopo una lunga discussione, siamo riusciti, all’unanimità di maggioranza e minoranza, a trasformare in un ordine del giorno, di cui sono stata prima firmataria, che impegna il Presidente Toma ad assumere tutte le iniziative atte a verificare l’opportunità di sospendere la realizzazione del metanodotto, con particolare riguardo allo spostamento del tracciato nel bosco Coriundoli di Montecilfone e a valutare gli adeguamenti necessari per garantire le compatibilità. Quindi a chiedere ogni informazione per comprendere la realizzabilità e l’ubicazione del collegamento presso il Sinarca e a rivolgersi al Presidente del Consiglio ed al Ministero dello Sviluppo Economico per reclamare una nuova valutazione del progetto. In più, a sollecitare il Presidente del Consiglio ed il Ministero dello Sviluppo Economico per valutare la sospensione dell’iter procedurale, fin quando non venga comunicato dal Ministro dell’Ambiente il risultato della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Poi, a chiedere alla Regione Abruzzo ogni utile iniziativa per valutare la sospensione e\o le modifiche necessarie per gli adeguamenti e, infine, a riferire in Consiglio gli esiti delle iniziative intraprese. Azioni necessarie ed indispensabili, visto il potenziale pericolo per l’ambiente e la biodiversità, dal momento che il tracciato attraversa 16 siti di interesse comunitario e una zona di protezione speciale, oltre all’area archeologica di Montenero. Zone sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Senza dimenticare che l’area frentana, negli ultimi anni, è stata interessata da numerosi terremoti, anche di forte intensità, come quello dell’agosto 2018. Timori, finora, mai dissipati in maniera esaustiva, che hanno portato il Partito Democratico a sollecitare l’intero Consiglio Regionale a comprendere, fino in fondo, la reale utilità e soprattutto la sicurezza dell’opera, così come chiesto a gran voce dai territori interessati dal nuovo metanodotto. Comitati, associazioni, cittadini, ai quali va il vero merito di aver sollevato il potenziale problema e giustamente preteso una risposta politica – e non soltanto tecnica – su un’opera strategica dall’enorme impatto ambientale, che non poteva essere di sola competenza della burocrazia. Da parte nostra, come Gruppo del Partito Democratico, manterremo alta l’attenzione e vigileremo affinché gli impegni assunti in Consiglio regionale siano rispettati”.