Trasporto pubblico, i lavoratori “avanzano” 30 milioni di euro. Il caso finisce in Procura. Domenica assemblea sulla situazione del settore

Lavoratori del trasporto pubblico locale in protesta questa mattina in piazza Vittorio Emanuele II, a Campobasso, che attendono da anni la sottoscrizione di un contratto di secondo livello che apporti ai dipendenti del settore una maggiore retribuzione ai quali, sostengono i sindacati, spetta di diritto. In realtà nel 2011 una delibera di giunta regionale aveva dato via libera ad un compenso maggiore, con un’erogazione alle aziende di circa 30 milioni di euro per coprire i costi di circa 10mila euro per lavoratore. Soldi di cui non si conosce bene la reale destinazione, in quanto gli autisti sostengono di non averli mai percepiti. Da qui l’esposto in Procura, che – almeno per una parte delle iniziali contestazioni – ha richiesto l’archiviazione del caso. Archiviazione a cui i lavoratori si sono opposti tramite l’avvocato Giuseppe Fazio e ora sono in attesa che i giudici fissi l’udienza. Il 19 settembre i sindacati hanno incontrato l’assessore regionale Vincenzo Niro per chiedere che si arrivi alla sottoscrizione di un contratto di secondo livello per i dipendenti del trasporto pubblico.Intanto per domenica 6 ottobre Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl hanno convocato un’assemblea straordinaria degli autoferrotranvieri al Dopolavoro Ferroviario per confrontarsi sul “Caso Molise”. Di seguito l’elenco dei punti da trattare: le retribuzioni dei lavoratori molisani sono le più basse d’Italia, il Molise è l’unica regione in cui non esiste un contratto integrativo, le condizioni di lavoro e la normativa sono fra le peggiori del Paese, ci sono 29 aziende unite al solo scopo di spartirsi la torta del tpl, ci sono stipendi non pagati e i decreti ingiuntivi sono la prassi per vivere, c’è un parco rotabile da terzo mondo, il Molise è una regione dove regole e sicurezza sono un optional, la programmazione del servizio e i controlli sono inesistenti.

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