Ancora un sabato sera di sangue sulle strade molisane, due vite spente e una che lotta per non morire. Un altro giovane vittima di un incidente, un’altra storia di sogni infranti e di un futuro pieno di esperienze e aspettative che non prenderà mai forma. Ancora dolore per le famiglie di questa terra, strette fra la rassegnazione di ciò che è stato e la voglia di capire ciò che poteva essere evitato. Gennaro Caraviello si stava recando all’ospedale Cardarelli ieri sera. Stava accompagnando sua madre, infermiera, per il turno di notte. Una passione tramandata al figlio, iscritto all’università al corso di Scienze Infermieristiche. Doveva arrivarci con la sua auto al nosocomio. Non su un’ambulanza. Il 21enne di Bojano, un bellissimo ragazzo apprezzato da tante sue coetanee, non immaginava che intorno alle 20 all’altezza dell’ultimo svincolo di immissione da Bojano sulla Ss 17, in direzione di Campobasso, il suo viaggio si sarebbe interrotto. Lo scontro in cui sono rimaste coinvolte tre auto, fra cui una Fiat Grande Punto guidata dal 77enne Antonio Angelini, poliziotto in pensione, è stato fatale sia al giovane che all’ex agente della Squadra Amministrativa della Questura di Campobasso, deceduto sul colpo. Il corpo di quest’ultimo è rimasto incastrato nell’abitacolo accartocciato e liberato solo grazie al lungo intervento dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale. Il ragazzo invece morirà poco più tardi in ospedale. Nel terribile impatto, che in pochi attimi ha trasformato due veicoli in un ammasso di lamiere presentando una scena drammatica ai soccorritori, sono rimasti feriti la madre di Gennaro, la moglie di Angelini e il nipotino di 15 anni, il più grave. Ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva con un trauma cranico e toracico, nella notte è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. E’ sotto stretta osservazione del personale medico che sta facendo di tutto per tenerlo in vita. Gli occupanti della terza macchina, una Golf, hanno riportato ferite lievi e sono stati assistiti perlopiù per via dello schock subito dall’evento tragico. Intanto parenti e amici si stringono intorno alle famiglie delle vittime. Tantissimi i messaggi di dolore e cordoglio sulla pagina Facebook di Gennaro Caraviello, iscritto alla sezione di Isernia “Mario Galasso” dell’Associazione Italiana Arbitri. “Amico mio, un vuoto incolmabile lascerai dentro di me. Le infinite chiacchierare sul Napoli, le partite a Monopoly, l’università, le serate Fifa, le partite a casa mia, il calcio, la cattedrale“, scrive un amico. “Un ragazzo solare, sempre pronto a chiederti come stai, che anche se non lo vedevi in giro ti veniva a salutare lui“, si legge in un altro messaggio. La dinamica dell’incidente è tutt’ora al vaglio dei Carabinieri. Sembrerebbe – ma non c’è al momento conferma di chi ha effettuato i rilievi – che la Grande Punto su cui viaggiava Angelini in direzione di Bojano abbia urtato un new jersei (barriera di protezione) posizionato sulla destra della carreggiata, dopo che un precedente incidente avvenuto nelle settimane scorse aveva danneggiato il guardrail. Non è escluso che la barriera mobile non avesse i segnalatori visivi adeguatamente funzionanti. L’auto nell’impatto avrebbe perso aderenza con l’asfalto, ribaltandosi e invadendo la corsia di marcia opposta, dove stava sopraggiungendo la Fiat Punto con a bordo Gennaro Caraviello e sua madre, rendendo inevitabile la collisione. Non è nemmeno escluso che un malore o una distrazione abbiano potuto contribuire a far perdere il controllo al conducente. Tutto è ancora in fase di ricostruzione. La triste certezza è che oggi non ci sono più un papà e nonno amato, oltre che professionista stimato, e un figlio pieno di speranze e qualità da coltivare. Il fischietto di Gennaro non si sentirà oggi. Non si sentirà più. Il triplice fischio, immaginato nella testa di chi lo aveva visto arbitrare, decreterebbe ora la fine di una partita da cui tutti uscirebbero ancora una volta sconfitti.
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