Era stato arrestato il 27 settembre con l’accusa di pruduzione e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio per aver coltivato nel territorio in agro di Baranello una piccola piantagione di marijuana per un peso complessivo di circa 45 kg. Il bracciante agricolo 32enne è stato trasferito dal carcere di via Cavour ai domiciliari dopo il pronunciamento nelle scorse ore del Tribunale del Riesame che ha disposto la misura cautelare meno afflittiva. Secondo l’avvocato difensore Nicola Cerulli (foto in basso), che cura gli interessi del giovane, lo stupefacente era destinato all’uso personale, come l’indagato avrebbe già affermato nel corso dell’udienza di convalida. “Soffro dolori per via del lavoro, ne faccio uso a scopo terapeutico”, avrebbe detto il 32enne al giudice. Proprio lo stato di salute è stato uno dei motivi per i quali il legale ha chiesto la scarcerazione. “Inoltre – ha aggiunto l’avvocato Cerulli – la custodia in carcere deve essere l’ultima misura da considerare qualora le altre non risultassero idonee”. Il difensore ha infine fatto leva sul venire meno del pericolo della reiterazione di reato. Oltre al fatto che le piante sono state sequestrate, ha spiegato, non è periodo per la coltivazione della canapa.