Cimiteri molisani affollati nel lungo weekend di inizio novembre per commemorare i propri cari che non ci sono più. Oggi, giorno dedicato alla tradizione seppure questa non sia stata mai riconosciuta come festa civile nazionale, in tanti si stanno recando davanti alle tombe e le lapidi di familiari e amici scomparsi, non di rado prematuramente, posando un fiore e spendendo una preghiera. File di auto sono parcheggiate lungo le strade e nei piazzali antistanti i cimiteri, nei pressi dei quali sono sempre presenti ambulanti con diversi tipi di fiore, generalmente selezionati per la loro destinazione e il loro significato. Ogni anno, oltre al solito tragitto che in qualche modo ognuno di noi ripete, può capitare di andare a “trovare” anche un proprio caro o semplicemente un conoscente che nel corso dell’anno si è unito agli inquilini della “casa dei defunti”. E’ l’occasione anche per incontrare compaesani con cui scambiare due parole. Generalmente le persone si recano il 1 novembre, Giorno di Ognissanti, al cimitero perchè festivo e quindi considerato migliore per chi lavora. Tuttavia la ricorrenza, essendo quest’anno capitata nel weekend, sta dando modo a tutti di rispettare la tradizione con tre giorni ideali a disposizione.
Il Giorno dei morti è una festa che ha origini molto antiche. Si pensa che risalga al mondo celtico, romano e bizantino. Di sicuro questa ricorrenza, è arrivata a noi nel 988 quando il monaco benedettino Odilo, abate del monastero di Cluny, aggiunse al calendario cristiano la data 2 novembre per ricordare i defunti. Questa data però non è casuale. Infatti, nel libro “Il culto dei morti di John Garnier (1904) si legge che “il Diluvio universale è avvenuto il diciassettesimo giorno del secondo mese che corrisponde al nostro novembre”. Di conseguenza, la Festa dei morti è nata per ricordare e onorare le persone che erano morte in quell’occasione e pregare affinché non accadesse di nuovo. Diverse le tradizioni in Itala. Solitamente in Molise ci si reca al cimitero per adornare le tombe dei propri cari defunti con fiori e lumini accesi, e rivolgere una preghiera. Una vecchia tradizione, che sopravvive ancora in alcuni comuni, vuole che nei giorni successivi al decesso di un familiare, dopo che il cadavere viene portato al camposanto, i parenti abbandonano la casa per un giorno e una notte per permettere al defunto di rientrare a rifocillarsi. Tradizioni simili ci sono anche in altre regioni con diverse varianti. In Piemonte e in Valle d’Aosta la tavola viene lasciata apparecchiata nel giorno della commemorazione dei morti mentre le famiglie si recano al cimitero. Nella vicina Abruzzo non solo si lascia il tavolo apparecchiato, ma anche dei lumini accesi alla finestra. Inoltre era tradizione, soprattutto nelle campagne, intagliare una zucca e inserirvi una candela all’interno. E in alcune zone d’Italia si preparano inoltre dolci particolari, come gli “stinchetti dei morti” in Umbria e le “ossa di morto” in Toscana.