In Molise il bello diventa quasi un optional. E’ la denuncia lanciata dall’associazione Borghi d’Eccellenza e dal suo partavoce Maurizio Varriano, che parla di un “increbile scempio a Bojano”. “La stazione – afferma diventa una stazione intergalattica e cambia volto. In peggio però. Lavori notturni fatti di avvitatori, bulloni, saldature. Con la buona scusa che i sottopassi a Bojano rischiano di allagarsi – siamo nel 2020 e in Italia già dagli anni ’60 si costruiscono palazzi, autostrade sottomarine, ponti e sottopassi a tenuta stagna, con l’aggravante dell’esigua distanza da attraversare – si sta realizzando uno scempio più unico che raro. Parliamo di un attraversamento dei binari alto 10 metri circa, di acciaio, di una dimensione che deturperebbe anche un quartiere del più profondo Bronx, senza un minimo di comodità nell’utilizzo, pensando ai poveri viaggiatori con le valigie che dovranno scalare la montagna per salire su di un treno “topolino” che lascia dietro di sè ritardi e anomalie tecniche sino a fermarsi del tutto. Un vero e proprio scempio che grida vendetta e tutto in nome di una metropolitana che mai vedrà un treno percorrerla. Salvo i lavori che, realizzati in corsa contro il tempo, ristagnano in pozze d’acqua a causa della mal riuscita di essi.
Incredibile ma vero. Le foto, esaustive dello scempio, rendono l’idea di ciò che l’uomo dell’ingegno riesce a partorire. Questo grazie alle valutazione da parte di tutti gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione del mostro di ferro che rende la stazione ferroviaria di Bojano la stazione della ferraglia. Una domanda vien spontanea. Per aprire una finestra, anche per ampliarla di soli pochi centimetri, la Soprintendenza pone vincoli, condizioni progettuali, boccia interventi e miracolosamente è avvezza al ferro, allo squallore che è in atto. E’ vero ma non ci credo. Potremmo intitolare l’anatemico dilemma su come si rilasciano autorizzazioni e su come si distrugge il paesaggio. Si, il paesaggio che per molti addetti ai lavori non corrisponde agli scempi che giornalmente gli enti pubblici perpetrano a danno di attenti privati che ripuliscono le cunette, l’erba vicino casa, cercano di adornare le loro case e vengono anche vessati da tasse e da balzelli che dovrebbero servire per il decoro urbano, la vivibilità in total quality. Ed invece ci ritroviamo dei mostri di ferro che inorridiscono non solo gli occhi umani ma anche quelli di un mondo animale e vegetale che per solidarietà vola via insieme alle centinaia di giovani costretti ad emigrare per poi tornare e dover rifuggire per via di queste catastrofi senza fine. E torna alla mente il viso caro di chi spera di riveder la luce ma essa è stata carpita irrimediabilmente dalle più infere tenebre. Molis, puozz’ ess’ accis”.
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