Si facevano consegnare i soldi dai fedeli, sostenendo che fossero destinati all’organizzazione delle feste del paese, facendo loro credere di agire per conto del Comitato della Parrocchia. In realtà avevano costituito un organismo a sè, con denominazione diversa e conto corrente intestato, attraverso cui gestire a proprio piacimento le somme intascate, traendo in inganno sia i donatori sia il parroco. Sono le accuse da cui si dovranno difendere un 40enne e un 48enne di Castelmauro, chiamati a rispondere di truffa aggravata davanti al giudice nel processo penale che avrà inizio il 17 dicembre nel Palazzo di Giustizia di Campobasso. Secondo l’accusa i due imputati avevano creato un comitato feste a parte rispetto a quello parrocchiale già esistente, di cui peraltro erano membri, facendosi promotori per diversi anni – almeno fino alla metà del 2017 – di raccogliere le offerte dei fedeli per la festa principale del paese, la Madonna della Salute, molto sentita dai residenti e che richiama tante persone con origini di Castelmauro che vivono all’estero, potendo quindi contare sulla sensibilità e devozione di numerosi sostenitori. In questo modo avrebbero potuto gestire l’insieme degli incassi a propria discrezione, senza una traccia precisa del reimpiego di quelli che erano considerati avanzi di gestione annuali. “I due si erano attribuiti la paternità di un fantomatico animus donandi sostitutivo di quello dei fedeli, che credevano di donare direttamente alla Madonna della Salute”, afferma l’avvocato Giovanni de Notariis che nel processo rappresenta il parroco, il quale all’epoca dei fatti ha voluto vederci chiaro in questa storia. I due uomini, avvalendosi del diritto e della libertà di costituire un altro comitato per ragioni organizzative, sosterrebbero che le entrate e le spese sono sempre contabilizzate al parroco e che gli avanzi di gestione erano destinati alle feste minori e a donazioni alla Chiesa. Probabilmente quando, come si suol dire, i conti non sono tornati ed è venuto fuori che le donazioni erano versate ad un comitato “occulto” e diverso da quello esistente, sono partite le denunce e sono stati interessati i Carabinieri. Toccherà alla Magistratura fare luce su quanto successo in una battaglia legale fondata su carte contabili e testimonianze.
Gli oboli dei fedeli per la festa patronale “dirottati” a un comitato occulto, accusati di truffa aggravata due organizzatori
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