La mano che ferma la violenza, simbolo ormai universale di denuncia e contrasto alle aggressioni fisiche subite dalle donne spesso da parte di uomini con cui hanno o hanno avuto una relazione sentimentale: è il simbolo che campeggia in questi giorni sulla facciata di Palazzo D’Aimmo, sede del Consiglio regionale, durante le ore notturne fino al prossimo weekend, affiancato da una scritta che funge da monito ormai condiviso. Inoltre il Consiglio regionale, nel corso della seduta di oggi, ha voluto commemorare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Prima dell’inizio dei lavori il presidente Salvatore Micone, a nome di tutti i consiglieri, ha ricordato come la Giornata di oggi rappresenti “un’occasione per le comunità nel loro complesso, e per i singoli cittadini nella propria individualità, per riflettere, prendere coscienza e sentirsi impegnati su quella che è certamente una battaglia culturale e di civiltà da combattersi uniti per l’eliminazione di qualsiasi forma di violenza contro le donne.
In ogni società, anche quelle che si vantano di essere più evolute culturalmente, tecnologicamente e scientificamente, e in ogni strato della popolazione, persone più facoltose o indigenti, colti o analfabeti, si registrano ogni giorno violenze fisiche e psicologiche contro le donne. Madri, mogli, figlie, colleghe, dipendenti, studentesse. semplici conoscenti o persone incontrate su un mezzo pubblico o per strada, diventano vittime inconsapevoli di persecuzioni e violenze di ogni genere, perpetrate da uomini che esse annoveravano tra gli affetti più cari di carattere familiare, amicale o comunque da persone da cui non vi era ragione logica per aspettarsi aggressioni. Tali fenomeni di violenza, in troppi casi sfociano in omicidi efferati. Spesse volte le donne si trovano ad affrontare queste difficili condizioni da sole, senza aiuti esterni e appesantite dalla paura, dalle umiliazioni quotidiane o dai ricatti di ritorsioni nei confronti dei figli o di altri affetti cari. La violenza contro le donne è un vero e proprio crimine contro l’umanità, deve quindi essere combattuta da tutti, uomini e donne, senza risparmio, senza giustificazioni culturali o religiose, senza tentennamenti di ordine operativo e giuridico. Un uomo che tira un solo schiaffo ad una donna, non ha onore e non merita il rispetto sociale dei sui simili. Una donna che riceve un solo atto di violenza fisica o psicologica merita la comprensione, la condivisione e il sostegno morale e materiale delle istituzioni di ogni ordine e grado e dell’intera comunità che la ospita.
Il Consiglio regionale del Molise è particolarmente attento a questo tema. Ricordo ad esempio che lo scorso anno, a seguito di un ordine del giorno votato all’unanimità dall’Assemblea, questa Presidenza ha disposto il posizionare, nella sala immediatamente antistante all’Aula consiliare, di una poltrona rossa, di una rosa bianca e di un paio di scarpe rosse simbolo del cosiddetto “Posto Occupato” lasciato nella società da ogni donna uccisa da un uomo. Un modo per ricordare, nel cuore della democrazia assembleare regionale, ad ogni uomo e donna chiamato a servire l’istituzione consiliare l’impegno politico che deve essere assunto da tutti e ciascuno a far in mondo, a seconda delle proprie possibilità e responsabilità, che nella nostra società mai più posti vuoti siano lasciati da donne vittime di aguzzini uomini. Ogni morte, ogni violenza subita da una donna, è una violenza perpetrata a tutta la società, oltre ad essere una pesante sconfitta per ogni comunità, per ogni istituzione e per ogni cittadino libero e giusto che non è riuscita a prevenirla e fermala”. Il Presidente Micone ha poi voluto ricordare come “quest’anno, su impulso e condivisione dell’intero Ufficio di Presidenza, ribadiamo l’impegno del Consiglio regionale e di tutti i molisani a contrastare e prevenire qualsiasi atto di violenza contro le donne, con un altro atto simbolico: l’illuminazione di arancione della facciata di palazzo D’Aimmo, dalla sera di sabato 23 fino alla sera del 30 novembre. Come è noto il colore arancione è stato scelto in ambito internazionale per contraddistinguere questa giornata, simboleggiando un futuro in cui le donne si saranno liberate dalla violenza degli uomini”. L’Assemblea ha quindi voluto rispettare un minuto di silenzio in ricordo di tutte quelle donne morte o perseguitate a causa della violenza perpetrata da un uomo nella nostra società e in ogni luogo di questo pianeta.