Quella riforma definita “epocale” che rischia di lasciare le cose come stanno. Nei termini previsti, le Organizzazioni Sindacali in qualità di portatori di interesse, hanno adempiuto al diritto/dovere di fornire le proprie osservazioni (entro le ore 12.00 del 25/11/19) rispetto alla “CONSULTAZIONE PUBBLICA APPROVAZIONE RELAZIONE EX DELIBERE ART 48 DEL 2017 E 49 DEL 2015” che per i non addetti ai lavori e per quanti fanno fatica a divincolarsi nelle maglie della burocrazia regionale e del politichese, significa esprimere considerazioni e giudizi (nel nostro caso di natura sindacale) in relazione alla documentazione presentata pubblicamente dalla Regione Molise lo scorso 5 novembre 2019 e che costituisce il preludio alla procedura per il bando di gara di affidamento del servizio di Trasporto Pubblico Locale.
Le nostre osservazioni di merito sono state peraltro trasmesse rispettando il rigoroso protocollo e il regolamento imposti dall’Assessorato Regionale ai trasporti e che ha previsto nei confronti dei cosiddetti stakeholders tempi ristretti (appena 7 giorni) nonostante la determina sia stata pubblicata dopo 13 giorni dal citato evento pubblico, il che, chiaramente, ci ha impedito di effettuare un’analisi dettagliata di tutti i dati riportati nelle oltre 100 pagine di Relazione, anche se diamo per scontata la correttezza delle rilevazioni esposte. Un’operazione che riteniamo sia stata svolta con più facilità dalle stesse imprese esercenti il servizio di trasporto (sempre se abbiano deciso di produrre osservazioni), mentre abbiamo qualche dubbio rispetto al coinvolgimento di altri fondamentali portatori di interesse e ci riferiamo espressamente ai pendolari, agli utenti e alle associazioni dei consumatori.
PARCO AUTOBUS, CHE DISASTRO!! E NON MANCANO I NUMERI A LOTTO – Prima di entrare nel merito delle nostre osservazioni vogliamo far rilevare un’errata esposizione nel documento predisposto dall’Assessorato Regionale dei dati attinenti l’attuale parco autobus circolante in Molise suddiviso per vetustà o anzianità. Al capitolo 4 infatti si indica in complessivi 350 gli autobus in circolazione con questa ripartizione:
E’ del tutto evidente che aldilà del dato impietoso (il 74% degli autobus circolante in Molise ha un’anzianità superiore a 13 anni !!!) gli autobus complessivamente in servizio, come da tabella, sono 460 e non 350 come indicato nel documento. Così come non si evince quanti di questi autobus ampiamente datati e con innumerevoli Km percorsi alle spalle, siano classificati euro “0” e che quindi per legge non potrebbero più circolare dal 1/1/19 (art.1, comma 232, L.190/14) mentre sempre per legge è noto che autobus classificati euro 0 ed euro 1 non possano formare oggetto di contratto di servizio stipulati dopo il 31/12/17 (art.27, comma 11 bis, D.L.50/17, convertito in L.96/17).
LE OSSERVAZIONI SINDACALI – Premettiamo innanzitutto che l’attuale fornitura dei servizi su ferro dovrebbe essere sostanzialmente aumentata nel tentativo di attrarre maggiori quantità di trasporto collettivo in relazione alle implicazioni ed ai maggiori costi esterni sostenuti da altre modalità di trasporto, attuando in pratica quello che l’Europa chiede con la cosiddetta “cura del ferro”.
La nostre perplessità si soffermano tuttavia, come ampiamente preannunciato, soprattutto sulla scelta dei lotti da mettere a gara. La Regione, pur non indicando espressamente quale sarà la scelta, ipotizza due soluzioni:
A) Un lotto unico, corrispondente a porre a gara tutti i servizi progettati (11.209.024,94 veic-km/anno).
B) Due lotti, che rispecchiano le attuali province (CB-IS), a ciascuno dei quali sia attribuito circa il 50% dei servizi da porre a gara.
Ed è evidente che la Regione, così come riscontrabile nelle conclusioni, propenda per la seconda soluzione ovvero quella dei 2 lotti (approssimativamente pari ciascuno a 5,5 milioni di bus-km), ipotizzando di aggregare le direttrici tra loro territorialmente contigue e che sarebbero in grado, sempre secondo la Regione, di sfruttare adeguatamente le economie di scala e di contenere la spesa di 7,7 € milioni rispetto all’ipotesi del lotto unico.
A nostro parere invece la scelta dei due lotti non garantisce quelle economie di scala che potrebbero invece scaturire sia dalla capacità del gestore unico di aumentare la produzione diminuendo il costo unitario, ma anche e soprattutto in riferimento alla duplicazione di costi comuni legati ai due lotti (si pensi, solo a titolo di esempio, ai costi amministrativi, legali e del personale utilizzabile).
Abbiamo inoltre perplessità anche rispetto ai costi standard ipotizzati. Stiamo infatti parlando di una Regione quale il Molise dove, unico esempio in Italia, non esiste la contrattazione di secondo livello, fattore che invece mediamente nel Paese incide per un buon 30% della retribuzione degli autisti. E’ ovvio che se si corrispondesse anche ai lavoratori molisani quello che la regione già corrisponde alle aziende per la contrattazione di secondo livello, tale maggior “efficienza” della media impresa corrispondente ai criteri dei relatori svanirebbe completamente.
Infine ci permettiamo di citare numerosi esempi tratti da quel nuovo scenario nazionale che sta portando alla progressiva liberalizzazione del settore e che vanno in direzione opposta rispetto al Molise:
La Regione Toscana ha messo in gara un lotto unico di oltre 98 mil di km, per circa 120 mil, meno di €1,25 al km;
La Regione Piemonte ha previsto un bando di gara, per il bacino sud/est (Alessandria/Asti) per 12 mil/km, al costo di 20/21 mil/€, meno di €1,75 al km;
La Regione Friuli Venezia Giulia ha appena terminato la gara per il bacino unico pari a 117 milioni di euro annui;
La Provincia di Trani /Andria ha fatto due ipotesi, il lotto unico di km 7.678.133 è pari ad € 22.894.110, invece i due lotti separati costerebbero complessivamente € 24.028.146 (quindi con un risultato diametralmente opposto rispetto alle tesi della Regione Molise);
L’affidamento del servizio per Roma Est ha previsto un lotto unico di km 16.218.476, il corrispettivo è vincolato all’esito di un contenzioso in corso con il gestore uscente;
La Regione Liguria ha previsto un bacino unico regionale, superando anche la previsione di incostituzionalità, avanzata dal TAR Liguria;
In Regione Umbria i gestori dei tre bacini sono stati assorbiti, nel 2014, da Busitalia, che è diventato l’unico operatore.
In conclusione, le scelte regionali in materia di trasporti, considerando le nostre precedenti segnalazioni, che chiedevano anche interventi immediati, non sembrano andare nella direzione auspicata, cioè l’interesse della collettività e dei lavoratori, ma celano piuttosto la volontà di lasciare le cose desolatamente così come stanno. E quindi come per il trasporto urbano di Campobasso, Larino, Isernia e Termoli, vi saranno nel futuro ancora quattro imprese a gestire il servizio, analogamente anche per il trasporto extraurbano regionale, a fronte dei due attuali consorzi che rappresentano le 29 imprese molisane, la Regione Molise auspica, guarda caso, due lotti di gara. In definitiva, dare efficienza al settore non sembra essere l’obiettivo dell’assessore.