Il Patto per la salute 2019-2021, attualmente in discussione con il Governo, è il punto di snodo per la soluzione di delicate questioni riguardanti la sanità molisana. Ne è fermamente convinto il presidente della Regione Molise, Donato Toma, che focalizza l’attenzione su alcuni temi.
«Anche alla luce delle recente sentenza della Corte costituzionale – rileva il presidente – ho fatto inserire nel documento la proposta che, nelle procedure di commissariamento, il commissario si identifichi con il presidente di Regione. Entro il termine di trenta giorni, qualora la modifica venisse approvata, il Governo sarà chiamato a revocare le nomine commissariali, attualmente in carica, e non coincidenti con i presidenti di Regione».
In evidenza, anche, la problematica legata al DM 70/2015, più conosciuto come Decreto Balduzzi, per il quale si chiede la revisione e l’aggiornamento dei contenuti, sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate nelle diverse regioni, nonché l’integrazione con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali.
«Ho chiesto di apportare un’integrazione – spiega Toma – in forza della quale il Governo dovrà impegnarsi a consentire, entro novanta giorni dalla sottoscrizione del Patto e con le idonee forme giuridiche, l’istituzione di almeno un Dea di secondo livello per ogni regione. Questo consentirebbe all’ospedale Cardarelli di Campobasso di riappropriarsi di servizi e reparti di cui, negli anni, è stato privato».
Altro punto sul quale insiste il governatore, anche se non ha riflessi diretti sul Molise, è quello relativo agli Enti vigilati, Agenzia italiana del farmaco, Istituto superiore di sanità, Agenzia nazionale per i servizi sanitari. Toma, forte anche di un parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato da lui richiesto, sta lavorando al divieto dello spoils system per i direttori di questi enti, la cui nomina è sottoposta all’intesa Stato Regioni. Ciò anche in relazione alla peculiare natura tecnico-operativa e tecnico-scientifica di tali strutture.