Il Circolo Sannitico aggrega e la riunione ha avuto successo in termini di presenze e di idee partecipate. Soprattutto quando la cultura è regina e tutti sono suoi paladini senza schemi, senza partito e senza secondi fini. L’incontro tenutosi il 20 dicembre, indetto da un gruppo di amici che hanno a cuore le sorti del circolo, a seguito della vendita promossa dall’Ente provinciale di Campobasso, proprietaria del bene, ha avuto esiti insperati. E pensare che il presagio era di un confronto fra pochi appassioanti vista la reazione mediatica che aveva suscitato la mancata aggiudicazione del bene in occasione dell’asta pubblica chiusasi il 18 dicembre e le conseguenti parole di apertura ad una nuova fase, con la delibera di inalienabilità proposta dall’Ente stesso. Alle 17 si aprono le porte del circolo, c’è un’aria di antico, si respira il fascino di un tempo passato e che si ferma al presente, godendo di una vista sul salotto “bello” di una Campobasso dallo stile sobrio, occupato a pensare al tempo che scorre, a ricordare i fasti di una città giardino che ha già perso i suoi gioielli migliori come lo stesso palazzo sede della Prefettura. Ma che ha visto anche la chiusura di locali ludici e culturali che hanno fatto la storia del capoluogo, dando lustro alla città, come il cinema Savoia, la demolizione dell’Ex Gil oggi non più palestra, cinema e centro aggregativo, ma sede di uffici regionali, il disfacimento e quasi abbandono del Mercato Coperto, l’abbattimento di palazzi che erano la cartolina di una città con un senso urbanistico studiato. Una città che ha sofferto in silenzio la misura economica posta in essere dalla Provincia a causa di una legge scellerata che, depotenziando la storia, ha reso quasi ingestibile la funzione di collante dell’Ente tra la popolazione e gli Enti superiori. Ma che al risveglio da una notte fatto di incubi ha reagito e si è mossa affinché questo scempio di una politica fatta di numeri e senza più “cuore” ha trapassato la linea di demarcazione della voglia e la necessità di tornare a godere di quel bello e della storia gloriosa di una città che va spegnendosi come tutto il Molise. Un parlare che è diventato agire. Un confrontarsi con chi della cultura ne fa bandiera con la certezza che momenti migliori per essa e per tutti noi dovranno esser di nuovo in pista. E così è stato. Proposte che hanno visto la costituzione di un comitato che adagerà pian piano la propria mano in una costituenda Fondazione atta alla conservazione di un patrimonio soporiferizzato quale la cultura. Proposte che verranno dettagliatamente fornite all’Amministrazione Provinciale a partire dalla concreta azione per un rimediabile errore di valutazione quale è stata la messa in vendita della struttura ospitante il Circolo. Si parta dalla messa al patrimonio incedibile per arrivare ad una vera e propria azione popolare che mira a soddisfare economicamente l’Ente Provincia e favorirne la cessione al Comune di Campobasso che determinerà linee di rinascita culturale ed aggregativa dell’immobile, non escludendo la partecipazione attiva di Comuni che potranno usufruire dello stesso come sede di rappresentanza nella città capoluogo. Si torni ad essere Regione senza campanili e senza disformismi sferici, una Regione a dimensione umana che necessita di un salto di qualità nelle relazioni e nelle proposte utili a tutta la collettività e non solo a chi più è forte o ritiene di essere il vapore di un treno che ormai è in ritardo su ogni cosa. Il primo passo è fatto.
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