Ore 13. Avrebbe cercato di mettersi in salvo, un disperato tentativo di uscire dall’abitacolo prima di essere completamente sommersa dall’acqua. E’ una delle ipotesi che stanno vagliando gli inquirenti nella ricostruzione delle ultime ore di vita di Victorine Bucci, la 42enne di Larino scomparsa oltre un mese fa e il cui corpo è stato ritrovato ed estratto dal mare ieri insieme alla sua Panda rossa, finita ribaltata sul fondale del molo sud di Termoli. Il finestrino aperto, la cintura di sicurezza slacciata, la posizione in cui è stato ritrovato il corpo, sono tutti elementi che potrebbero far immaginare lo scenario di un estremo attaccamento alla vita, per brevi secondi, prima di perdere i sensi.
Magari un ripensamento, qualora le indagini si incardinassero sull’ipotesi del gesto volontario. Forse l’urto e il movimento dell’acqua potrebbero semplicemente aver spostato il corpo di Vicky. Intanto l’autopsia, fissata per martedì e che sarà eseguita dal medico legale presso l’Istituto di medicina legale di Bari, fornirà alla Procura di Larino informazioni certe sulle cause del decesso della donna. Nella serata di ieri l’ex compagno, 56enne che vive a Rio Vivo e con cui ha passato la notte prima della scomparsa, è stato convocato e ascoltato come persona informata sui fatti dal Procuratore Isabella Ginefra. Con lui anche il fratello dell’uomo che vive nella stessa palazzina e che avrebbe intravisto Victorine proprio la mattina del 18 dicembre, intorno alle 5 e 30, uscire di casa e mettersi in macchina, allontanadosi. Presente con loro l’avvocato Ruggiero Romanazzi. Un colloquio di circa due ore che avrebbe fornito elementi utili alle indagini. Pare che la sera prima la 42enne e il compagno avessero litigato, uno dei tanti litigi che in passato sarebbero degenerati anche in maniera violenta, al punto che in un episodio Vicky fu costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale. Al momento non ci sono indagati.