Con una cerimonia tenutasi in mattinata presso il Giardino del Ricordo Vittime delle Foibe, alla presenza del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale cittadina e delle classi IV e V elementari della Scuola Francesco D’Ovidio, plesso di via Berlinguer, è stato reso omaggio alle vittime delle Foibe nel Giorno del Ricordo, solennità civile nazionale istituita nel 2004 e che serve a conservare e rinnovare la “memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.
Gli studenti hanno realizzato ricerche e lavori di collage relativi a quei drammatici eventi e hanno ascoltato il sindaco Gravina che ha ricordato loro l’importanza di commemorare un giorno come questo, una piccola Shoah in cui tanti italiani sono stati barbaramente uccisi e altri costretti a scappare. Gli studenti hanno poi deposto una corona di fiori alla base dell’insegna che ricorda le vittime delle Foibe. “È acclarato dal tempo e dalla storia ciò che all’indomani dell’Armistizio e poi a guerra finita ci fu alla base delle persecuzioni di migliaia di italiani nelle Foibe da parte dei miliziani comunisti di Tito – ha dichiarato Gravina durante la cerimonia. – Non è più il caso per nessuno di provare, attraverso revisionismi storici politicamente interessati, a ridurre il senso di quanto accadde e della tragedia umana che oggi e ogni 10 febbraio ricordiamo, ad una resa dei conti di fine conflitto. Le Foibe furono un’epurazione, furono pulizia etnica, furono la soluzione messa in campo da Tito e dal suo regime per liberare quei territori dagli italiani.
Nelle cavità carsiche vennero giustiziati e scaraventati, non sepolti si badi bene, uomini e donne nei modi più crudeli, dando sfogo ad una serie di vendette personali utili al regime di Tito per eliminare ogni presenza sgradita. Per troppo tempo, soprattutto negli anni che seguirono la fine della Seconda Guerra Mondiale, la società e la politica italiana hanno preferito avallare ricostruzioni di parte infierendo una seconda volta su quelle vittime e lasciando sprofondare nel baratro la verità e con essa la dignità del nostro Paese. I massacri delle Foibe furono frutto di una pianificazione che utilizzò l’odio etnico appositamente fomentato dai titini, un odio che poi, molti decenni dopo, proprio perché tenuto nascosto sotto la cenere con la colpevole complicità di tanti, tornò a scatenarsi nelle sanguinose guerre tra etnie che hanno messo a ferro e fuoco i Balcani. Il Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe così come il Giorno della Memoria delle vittime della Shoah sono due momenti che non vanno intesi come esercizi di riflessione fini a se stessi, ma piuttosto come occasioni per dare ancora maggiore spessore alla verità storica da trasmettere alle nuove generazioni.”