Tpl: se il governo abrogherà la nuova legge, tornerà in vigore quella che lui voleva modificare. Niro si dimetta
E’ davvero incredibile l’entusiasmo dell’assessore regionale ai trasporti nel commentare l’impugnazione del governo della legge 22 del 30 dicembre 2019 sul trasporto pubblico locale. Ancora non ha capito, l’assessore, che il Consiglio regionale, e non io o altri amici del centrodestra, respingendo il maldestro tentativo di inquinare il sistema dei trasporti molisani con provvedimenti poco chiari e per nulla trasparenti, gli hanno votato la sfiducia.
Non ho ancora letto le motivazioni della decisione del Consiglio dei ministri. Una decisione che, tra l’altro, deve ancora passare il vaglio della Corte Costituzionale.
Certo, mi risulta difficile comprendere a quale violazione della concorrenza ci si riferisce trattandosi di concessioni pubbliche non soggette, perciò, a variazioni.
Inoltre vorrei far presente che l’aspetto della concorrenza è stato già valutato in precedenza dal Governo. L’assessore infatti dimentica che l’eventuale abrogazione della sua legge riporterebbe in vigore quella del 2000, ossia quella esistente con le modifiche apportate (e non impugnate) dal centrodestra guidato da me. Il che non comporterebbe un’ulteriore perdita di tempo per riscrivere il Piano dei trasporti anzi. Si potrebbe fare la Gara in base alla legge del 2000, dove con lungimiranza è previsto il lotto unico.
Se invece l’assessore si appresterà a tornare in aula con le sue proposte inaccettabili, qualora il Consiglio regionale confermi la volontà già espressa del lotto unico, lui prenda atto dell’ennesima sfiducia e faccia ciò che avrebbe dovuto fare da dicembre 2019: si dimetta.
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