Ore 9.30. C’è silenzio alle prime ore di questa mattina a Campobasso, un clima che traduce alla perfezione le limitazioni alla mobilità imposte dal Governo. Le auto che transitano sono occupate perlopiù da cittadini che devono recarsi al lavoro e non possono lavorare da casa. Pochissime le persone che si vedono camminare a piedi. Qualche gruppo in attesa si intravede soprattutto a qualche fermata dell’autobus e davanti a farmacie e supermercati, dal momento che – oltre alla distanza minima di un metro fra clienti – va rispettato il limite massimo di ingressi contemporanei. La Polizia Locale è al lavoro per verificare il rispetto delle disposizioni. Due pattuglie automontate sono appostate dalle 7.30 circa davanti al terminal dei pullman. Quattro agenti muniti di mascherine controllano gli utenti in arrivo da fuori città.
Per circa due ore non si è visto nessuno, poco dopo le 9 giungono i primi mezzi. La Polizia procede all’identificazione di chi scende, uno per uno. Intorno alle 10 sono un centinaio le persone totali controllate, tutte hanno con sè l’autocertificazione obbligatoria che attesta i motivi importanti per cui hanno avuto necessità di spostarsi. Sarà così per tutto il giorno. Altre pattuglie sono invece impegnate in altri punti della città per verificare le regole per i commercianti, che sono responsabili di ciò che accade nella loro attività e quindi devono assicurarsi che i loro clienti rispettino le disposizioni di sicurezza. Alcuni decidono di non aprire proprio. Altri valutano di seguire l’esempio nei prossimi giorni. Si vive seguendo lo schema, ma ogni ora crescono la paura e l’incertezza. Si teme di subire pesanti conseguenze, di non farcela, in una città già provata da crisi economica e spopolamento.
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