La storia campobassana si arricchisce di un nuovo pezzo inedito grazie a due giovani ricercatori del posto, Libero Cutrone e Gioele Di Renzo. Spulciando fra i tomi e le carte dell’Archivio di Stato della città, è stato portato alla scoperta un atto notarile cinquecentesco di grande rilevanza, un documento redatto in latino dal notaio Francesco Prunauro nel 1573 relativo all’edificazione della cappella e alla fondazione della confraternita del Santissimo Rosario nella chiesa della SS. Trinità. Un documento inedito, dunque, che non è stato ad esempio riportato dal Gasdìa nella “Storia di Campobasso”. Nell’atto notarile sono nominate personalità importanti del clero e e della nobilità cinquecenteschi, come il reverendo Iacobus Pistillus e il nobile Joseph Pistillus, cognomi che ancora sopravvivono ai nostri giorni. Stesso discorso vale per i membri della Confraternita, con cognomi alla città familiarissimi: Chiarizia, Vignali, Basile, de Attellis, Preziosa, Capotosto, del Vecchio, Presutti, de Lisa, d’Alena, Pistillo, Colagrosso, Palumbo, Trentalance. Nel documento è descritto tutto il rituale della fondazione della cappella e della confraternita. In un passaggio, spiegano Cutrone e Di Renzo, il notaio afferma che i componenti in processione cantarono l’Ave Maris Stella, un canto antichissimo, di fronte alla cappella del SS Rosario.
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